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“Nuvole”, in teatro le pedalate di Bartali che hanno salvato centinaia di ebrei

Un momento della conferenza stampa di presentazione della messinscena ispirata all’impresa umanitaria di Gino Bartali

Un pezzo di storia. Un pezzo di sport. Un pezzo di grande umanità. C’è tutto questo fra le nuvole che hanno fatto da cornice a un’impresa epocale che sa di pietà e gronda di una tale umanità da far piovere lacrime. In sella c’era Gino Bartali, quello del motto “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare“.  Perché dell’esistenza, nel momento in cui la coglieva,  combatteva il lato buio. Con spirito di sacrificio, coraggio, onestà fino al traguardo finale: cambiare le cose.
Da qui nasce “Nuvole: da Firenze ad Assisi con la libertà nascosta nella bicicletta di Bartali”. E’ una iniziativa dell’associazione Ritmi per far conoscere ai giovani, attraversouna straordinaria vicenda civile e sportiva, il senso delle pedalate che Gino Bartali imponeva a se stesso nella lotta per salvare vite umane. Si incurvava, per riuscirci, sul manubrio della bicicletta che nascondeva nella canna carte d’identità false ma capaci di dare nuove identità a ebrei e rifugiati politici che erano in Umbria senza speranza e solo in attesa di essere deportati e giustiziati.
Ciò che andremo a vedere a teatro è stato presentato oggi, lunedì 11 marzo, a Perugia, a Palazzo Cesaroni. Era ovviamente presente il curatore del progetto, Paolo Mirti, con il quale in questi anni ho avuto sporadicamente l’occasione di parlare di varie cose, costatando sempre il suo contagioso entusiasmo, quasi una incrollabile fede, in ciò che decide di fare.  Per questo a dargli manforte c’erano in questa occasione la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, il presidente del Consiglio comunale di Perugia, Leonardo Varasano e Marco Mazzoni e Maria Mazzoli,  presidente e consigliere del Comitato per le comunicazioni regionale che ha contribuito al sostegno del progetto.
Nuvole: da Firenze ad Assisi con la libertà nascosta nella bicicletta di Bartali” è uno spettacolo teatrale rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado che riporta sotto un’opportuna luce un esempio di quelli capaci di insegnare per davvero.
“Proprio settantacinque anni fa nel tratto Firenze-Assisi – ha spiegato Paolo Mirti – il campione pedalava per la libertà nascondendo nella canna della bicicletta documenti d’identità falsi che avrebbero procurato la salvezza di centinaia di ebrei e rifugiati politici arrivati nella nostra terra. L’opera, interpretata da Stefano Venarucci con il commento musicale di Giuseppe Barbaro, sarà al Lyrick il 18 marzo e vede coinvolte le scuole dei comuni di Assisi, Bastia, Bettona, Perugia, con incursioni nelle Marche in particolare Corinaldo e  Arcevia. E presto si sommeranno tanti altri comuni umbri che stanno facendo pervenire il loro interesse a ospitare lo spettacolo. Attraverso questo testo che ho scritto, raccontando la storia di Gino Bartali vogliamo proporre ai giovani un modello diverso di campione sportivo”.
“È importante radicare e svolgere questo tipo di eventi negli anniversari – ha fatto eco la presidente Porzi -, ma figure come Gino Bartali vanno celebrate sempre, tutti i giorni. E farlo in un cammino che unisce i nostri Comuni, coinvolgendo le nostre scuole – ha aggiunto – è un valore aggiunto. Per questo è rilevante che una data si possa svolgere anche all’interno della nostra Assemblea legislativa, per mettere a disposizione un lascito di valori e ideali importantissimo che ‘Ginaccio’ ci ha lasciato”.
Leonardo Varasano si è soffermato, sul valore dei Giusti tra le Nazioni, ricordando oltre Bartali, le figure importanti di Perugia come don Federico Vincenti e don Ottavio Posta per la loro opera di aiuto e salvataggio di ebrei. “Il Comitato Regionale per le Comunicazioni dell’Umbria – ha poi detto Mazzoni – con particolare entusiasmo sostiene questa interessante iniziativa che permettere di ricordare alle giovani generazioni un evento che fa parte della memoria storica del nostro paese e della nostra regione, attraverso il teatro, la forma di comunicazione più efficace per veicolare contenuti profondi e per trasmettere valori umani puntando sul coinvolgimento emotivo degli spettatori, che in questi caso sono giovani studenti”.
A spiegare nel dettaglio l’opera teatrale è stato il regista e attore dello spettacolo, Stefano Venarucci che ha raccontando anche alcune curiosità legate all’entusiasmo suscitato nei ragazzi che vengono coinvolti interattivamente nell’iniziativa. “Colpiti dal gesto eroico di un campione che mette a repentaglio, dopo tutto il successo, la sua stessa vita – ha detto – è il segno tangibile che in quel momento il seme gettato si è innestato”.
Quanto è vero. Quanta umanità. E a chi ancora parla di Gino Bartali solo in riferimento al dualismo con Fausto Coppi, consigliamo caldamente la visione della messinscena. E magari una riflessione di Voltaire: “I malvagi non possono avere che dei complici; i dissoluti dei compagni di bagordi; le persone interessate dei soci; i politici dei partigiani faziosi; la massa degli sfaccendati delle conoscenze; i principi dei cortigiani: solo gli uomini virtuosi hanno amici“. E Gino continua ad averne, anche se ha smesso di vivere. Perché le sue pedalate hanno superato le crudeltà dell’Uomo e sconfitto le sue malvagità. Ci ha tirato la volta verso un mondo più giusto.
 

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