Perugia for the world, un film per raccontare l'Umbria nel lockdown che approda anche alla Mostra del Cinema di Venezia

PERUGIA – Si intitola Perugia For The World. E’ stato girato intorno alla metà dello scorso mese di aprile, in pieno lockdown. Presentato alla settantasettesima Mostra del Cinema di Venezia lo scorso 8 settembre, è un progetto ispirato all’improvviso cambiamento di prospettiva vissuto in Umbria con il Covid e la lunghissima quarantena che come condicio sine qua non presupponeva l’isolamento, il distanziamento, il cambio dei parametri sociali che sino a quel momento avevano regolato le relazioni umane. “Perugia e non Umbria – spiega il regista Federico Menichelli – solo ed esclusivamente perché il progetto filmico nasce a Perugia intorno a metà aprile 2020, in pieno lockdown, quando il Comune di Perugia accetta l’offerta dei Mestieri del Cinema Umbri di effettuare, a titolo gratuito, alcune riprese relative al difficile periodo, in un momento in cui anche uscire da casa, come sappiamo, risultava estremamente problematico.”

Il progetto, tra l’altro, vede concretizzarsi anche l’operatività dei Mestieri del Cinema Umbri, associazione tecnico artistica rivolta alla valorizzazione delle forze professionali del territorio, in relazione ai reparti della produzione cinematografica, il cui scopo è creare un punto di convergenza e confronto per i professionisti dello spettacolo per  allargare le possibilità di azione, scambio di know-how e informazioni, promozione del cinema umbro e del suo indotto, partecipazione ai set televisivi e cinematografici, innalzamento della qualità dei servizi forniti dai soci alle produzioni presenti ed ospitate in Umbria. Un’associazione che si pone come complementare alla Film Commission regionale e che persegue anche lo scopo di porsi come interlocutrice di enti pubblici e privati sempre in relazione al cinema e ai suoi derivati anche nella prospettiva della valorizzazione del territorio, oltre a rappresentare le istanze degli specifici addetti ai lavori che stanno vivendo sulla loro pelle una crisi senza precedenti.
Tornando al lungometraggio, la città ripresa è prevalentemente Perugia, ma l’impegno realizzativo, spiega il regista, tocca professionisti provenienti da molte aree della nostra regione. Da quelle prime telefonate, infatti, tra il presidente dell’Associazione e la responsabile delle politiche del settore cinematografico del Comune di Perugia, in pochi giorni si trasmette un’incredibile febbre di partecipazione. Aderiscono al progetto tanti nomi, tutti nell’intento di raccontare, attraverso il cinema, il momento storico particolarissimo, tramite una condivisione del proprio mondo, nella difesa del proprio quotidiano e nel tentativo di proteggere tutto ciò per cui si sono alzati ogni mattina. “Quell’ikigai orientale – spiega il regista presidente dei ‘Mestieri’ – che nel film diviene ancora di salvezza, ma anche creatura da difendere e sostenere”.
 

 
Attraverso il permesso del Comune diventa possibile organizzare le prime microtroupe che, all’interno delle strette norme anticontagio, iniziano a girare organizzandosi da varie zone dell’Umbria per arrivare a Perugia. “Perugia come fosse Trevi, o Terni, o Giove o Montone – tiene a precisare Menichelli – Perugia come fosse Milano, Parigi, Londra o New York. Perugia sorella di ogni città del mondo. Con tanta Umbria pronta a sorreggere l’idea, forse folle, di raccontare. Anche quando continuare a raccontare, con quel poco che si ha, è ancor più faticoso del solito”.
 
Con guanti, apparati di protezione, mascherine e distanza. Così il set, come la vita di tutti, in tutti quei giorni. Ed ecco, entrano in scena tanti umbri, tutti che nel distanziamento cercano un contatto, una connessione umana che non può essere dimenticata.

 
Perugia for the World, quindi, sinonimo di Umbria for the World in un progetto che vede la partecipazione, nel ruolo di se stessi, di tanti personaggi e strutture: il pittore Franco Venanti, il marionettista Mario Mirabassi, il Perugia Calcio con Massimiliano Santopadre, Giuliana Grego Bolli Rettrice dell’Università per Stranieri, Eugenio Guarducci ed Eurochocolate, la Sir e Aleksandar Atanasijevic, il Teatro Stabile dell’Umbria, con un monologo dell’attore Michele Nani in un Teatro Morlacchi deserto, il sindaco Andrea Romizi, l’assessore alla Cultura Leonardo Varasano, l’assessore alle Produzioni Cinematografiche Francesca Vittoria Renda, il Kandinsky Pub con Simone Boccardini, la Voxteca con Antonello Lamanna, il jazzista internazionale Gabriele Mirabassi e Dj Ralf che oltre ad un ruolo nel film offrono anche la loro musica, Valeria Guarducci e l’Hotel Giò Jazz and Wine, la Croce Rossa Italiana, la Polizia Municipale, Jalila Artists & Fusion Show Academy, la coreografa e danzatrice Erika Cargiani (di cui pubblichiamo la testimonianza diretta nel podcast), la danzatrice e coreografa Claudia Micheli e l’artista Fabio Montanucci, insieme a tanti tanti altri. Si aggiungono anche i musicisti John Andrew Lunghi, Rachele Spingola e Arianna Felicioni, il presentatore di eventi Massimo Zamponi, Federica Bardani organizzatrice di eventi, ecc.
 
“Il cerchio – racconta il regista presidente – in fase 2, si allarga ancora: partecipano anche la città di Marsciano, attraverso il contributo del radiocronista Riccardo Cucchi, l’Associazione Medem di San Giustino, la modella e attrice di Todi Chiara Dal Basso Ombelli, Raffaele De Vincenzi giovane attore perugino, Lucia Giuliani da Foligno, Alfiero Toppetti da Assisi, e così via. Tutti raccontano sé stessi, in un gioco oscillante tra realtà e fantasia, alla ricerca di nuove ragioni di esistenza, spesso attaccati in modo surreale a tutto ciò che può difendere le proprie passioni, la comunicazione, il contatto con l’altro, in un messaggio di fratellanza ed interdipendenza che attraversa ognuno di noi e che vuole, nel lugubre silenzio della città vuota, proiettarsi verso il futuro, continuare a sognare e progettare”.
 
Partecipano alla faticosa fase di ripresa diverse piccole e medie imprese dell’audiovisivo della regione, tutte pronte ad investirsi nel progetto di produzione dello Studio Lumière di Perugia, progetto che, pur partito in condizioni di disperazione, si rivela, di ora in ora, una nuova chiave di comunicazione.
Infatti al fianco dello Studio Lumière di Perugia, presieduto da Matilde Pennacchi, ci sono: la Procacci Entertainment di Trevi, la Smart Movie di Montone di Walter Balducci, la Droinwork scuola di Droni di Todi di Carlo Intotaro, Impronta Creativa di Perugia di Filippo Cerqueglini, Gianni Fantauzzi di Giove, Federico Locchi di Perugia.
Inoltre partecipano i fotografi Davide Garzia e Amedeo Ferrante, l’ufficio stampa con Maria Vittoria Grotteschi di Todi e Alberta Gattucci di Assisi, le make-up artist Sonia Saitta, Carla Caiello, Karina Y. Muzzio e le costumiste Isabella Sensini e Simona Costa.
 
“Perugia for the World è in primo luogo un tributo che l’Associazione Mestieri del Cinema Umbri dedica a tutti quelli che hanno sofferto e continuano a soffrire per il virus – afferma il regista umbro Federico Menichelli, per il quale questa sul lockdown è la terza regia presentata al Lido – un atto di impegno civile di una categoria non certo sostenuta in questo momento di crisi. Ma è anche uno sforzo produttivo quantificabile, secondo i parametri del cinema professionale, ad un budget di almeno 200.000 euro. Questo considerando le oltre 30 persone complessive di troupe, le circa 50 sessioni di ripresa, le innumerevoli location utilizzate, le attrezzature investite e l’impegno di ore di produzione e organizzazione durante il lockdown. Un impegno che oggi permette alle nostre strutture politiche di comprendere in maniera inequivocabile come questo potenziale, se sostenuto come in molte altre parti di Italia, sarebbe in grado di creare un prodotto filmico umbro di alta qualità e contenuti”.
 
 

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