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Perugia tra le città più pet d’Italia

PERUGIA – Perugia è tra le città più pet d’Italia. Secondo i dati dell’Enpa diffusi dall’Ansa e riferiti allo scorso gennaio, hanno trovato famiglia 96 cani (anche diversi cani disabili ed anziani), e 70 gatti. I lockdown e i limiti alle libertà individuali imposti dai lockdown hanno indotto molte persone a identificare nel pet una motivazione affettiva, ma anche di scansione del tempo libero della propria giornata: la sgambata del cane ai giardini in molti casi ha rappresentato l’unica possibilità di contatto con il mondo esterno. Purtroppo però il dato nazionale – sempre fonte Ansa – che attesta un 15% in più di adozioni rispetto al 2019, contestualmente fa registrare la contrapposizione delle cessioni di animali per cause economiche che sono aumentate del 20% tra settembre e ottobre del 2020 e sono poi calate tra novembre e dicembre. Le cause sono state quasi sempre legate alla pandemia: impossibilità di mantenere l’animale per impoverimento, oppure figli che dopo la morte dei genitori non se la sentono di occuparsi dei loro cani e gatti. Insomma il drastico aumento di decessi di persone anziane dovuto alla pandemia e le contingenze dettate in molti casi dalla riorganizzazione degli spazi e dei menage familiari, non hanno prodotto in molti quel quid in più di affetto nei confronti dei Pet che ne avrebbe assicurato anche i fabbisogni e la cura. Anche se ormai è risaputo che gli animali domestici (inclusi gatti, pesci, canarini) possono essere di grande aiuto per la salute mentale delle persone. La pet therapy è efficace nel ridurre il senso di dolore fisico, l’ansia, la depressione e la fatica, viene usata in aiuto di pazienti oncologici, ma anche di bambini che devono andare dal dentista. Uno studio delle università di York e Lincoln, pubblicato lo scorso settembre – scrive Kete Finnigan su Quattrozampe – ha rivelato che avere in casa un animale durante il lockdown ha contenuto e ridimensionato lo stress psicologico. In oltre il 90 per cento dei casi, gli intervistati hanno affermato che il proprio pet li ha aiutati a superare emotivamente il lockdown e il 96 per cento ha detto che è stato un incentivo a mantenersi in forma e attivi. Per tornare al dato nazionale anche in zone del Sud dove il randagismo è endemico le adozioni sono aumentate. È il caso ad esempio di San Severo, in provincia di Foggia, dove le adozioni sono passate dai 106 cani del 2019 ai 161 del 2020. Hanno trovato famiglia anche tanti quattro zampe sopra i due anni o anziani. Complice la pandemia e la difficoltà di spostamenti, sono aumentate le adozioni in loco nel Sud Italia, in particolare in Sicilia, Puglia e Campania, con una percentuale del +40%. “Questo forse – ha commentato all’Ansa Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – è il piccolo miracolo di questa pandemia. Un miracolo che ha visto protagonisti gli animali presenti nelle nostre case, che con il loro affetto ed amore incondizionato ci hanno aiutato in questo momento difficile. Ma va evidenziato anche l’insostituibile ruolo dei volontari, i quali in pieno lockdown hanno incrementato il loro impegno”. Il Rapporto Assalco – Zoomark 2020, che ogni anno fotografa la situazione di alimentazione e cura degli animali da compagnia – citiamo ancora Quattrozampe – stima che in Italia ci siano 60,3 milioni di cani, gatti, pesci, uccelli, con un rapporto di uno a uno fra abitanti residenti e pet. E il giro d’affari di questo segmento di mercato si attesta sui 2.078 milioni di euro, con una crescita su base annua del 2,8 per cento. Secondo Fediaf, la European Pet Food Industry Federation, gli animali d’affezione nell’Ue sono più di 200 milioni. Nel Regno Unito, tra marzo e settembre, sono stati acquistati 5,7 milioni di animali domestici, tra cui 2,2 milioni di cani, secondo i dati della compagnia assicurativa Direct Line. A maggio gli allevatori del Regno Unito erano a corto di cuccioli, con liste d’attesa quadruplicate e prezzi raddoppiati. Al contempo, l’ente di beneficenza Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha registrato un aumento del 600 per cento nelle visite alle pagine dedicate all’adozione di cani e un aumento del 30 per cento alla sezione “trova un animale”. Insomma prendersi cura di un pet non contribuisce soltanto ad alleviare gli stress da pandemia, ma arricchisce di affetto e di nuove motivazioni chi adotta un cane o un gatto. In molti, in questa nuova era pandemica, lo hanno capito, ma rimane da stabilire un nuovo quadro normativo che contribuisca a creare le condizioni adatte perché questo trend continui a crescere. Per il bene dell’uomo e degli animali.

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