“Più credito per tutti?”: libro di Stefano Cocchieri, Alessandro Messina e Leonardo Nafissi

Stefano Cocchieri, giornalista perugino, ex responsabile finanza agevolata Unicredit, consulente per banche e associazioni  che si occupa di finanza per le PMI, ha scritto assieme ad Alessandro Messina , romano, ex direttore di Banca Etica e Leonardo Nafissi, eugubino che ha ricoperto numerosi incarichi in società e organismi che si occupano del credito alle imprese, tra cui Gepafin, il libro “Più credito per tutti? Vent’anni del Fondo di garanzia PMI, tra passato, crisi Covid e futuro”. La ricerca verrà presentata martedì 13 dicembre alle ore 14.30 alla sala convegni di Banca d’Italia a Milano.
PREFAZIONE

Vi proponiamo uno stralcio dalla prefazione del professor Franco Bassanini.

“Questo libro affronta una questione cruciale per il futuro dell’economia italiana, quella del finanziamento di quell’ampia e determinante parte del nostro sistema produttivo che è rappresentata dal complesso delle Piccole e Medie Imprese. Non è l’unica questione cruciale, certamente. Ma è una di quelle decisive”.

IL CONTENUTO DEL LIBRO

Con la legge 662 del 1996 è stato istituto il Fondo di Garanzia per le PMI, uno strumento finanziario ideato per aiutare le imprese e i liberi professionisti, garantendo la loro solvibilità, a ottenere un finanziamento da una banca. Soprattutto negli ultimi dieci anni, tra pandemia e crisi economica, il Fondo ha ricoperto un ruolo fondamentale per favorire l’operatività delle Piccole e Medie Imprese che, come noto, rappresentano l’ossatura del sistema produttivo italiano. Nella prima parte del volume, con l’esposizione di fatti, analisi e dati, sono esaminati la situazione creditizia attuale e il ruolo decisivo ricoperto dal Fondo nella politica economica italiana insieme ai Confidi. Nella seconda parte, anche attraverso importanti contributi di esperti in materia, sono riportate alcune proposte affinché la garanzia dello Stato continui a essere al servizio dello sviluppo economico, dell’inclusione finanziaria, del sostegno alle imprese più vulnerabili, ottimizzando le risorse pubbliche e quelle private.

I PERCHE’ DI QUESTO LIBRO

“Questo volume –  spiegano gli autori – è il frutto di esperienza sul campo, conoscenza di strumenti e settori ma, soprattutto, di tanta passione da parte dei tre autori, mossi dal desiderio di continuare a contribuire all’evoluzione di uno strumento di politica pubblica che nella loro carriera hanno seguito molto da vicino, e per lungo tempo, e che continua a essere di grande rilievo per il futuro dell’Italia. Il libro è finalizzato anche a cercare di far emergere un dibattito che merita di essere visibile ed esteso e non confinato nelle stanze di pochi tecnici, per quanto capaci. Un dibattito che tocca il vivo di questioni importanti e controverse: dall’assetto del mercato bancario al ruolo dei Confidi, dall’efficacia delle politiche pubbliche agli impatti sul bilancio dello Stato dei fondi stanziati, dall’avvento delle nuove tecnologie all’effetto netto di tutto questo sull’offerta di credito alle piccole imprese. Le imprese, o meglio le piccole fra esse, vogliono essere le vere beneficiarie del contributo di questa pubblicazione. Sono l’ossatura del nostro sistema produttivo. Sono i bacini di vera occupazione. Sono preziosa risorsa di coesione sociale per i territori. Trasmettono e fanno l’etica del lavoro. Ma queste stesse piccole imprese (per dirla in modo formale le micro, piccole e medie imprese, mPMI o PMI, come spesso si leggerà nel libro) oggi rischiano di essere marginalizzate da un sistema finanziario che viaggia su altre lunghezze d’onda. Nel libro si prova a spiegare perché questo sta accadendo. Perché il Fondo di Garanzia per le PMI è stato uno strumento fondamentale finora, e come può continuare a esserlo, anche meglio. Parleremo di quanto i Confidi possono essere ancora utili per supportare le piccole imprese e a quali condizioni. Di come, però, servano ragionamenti completi sull’assetto del mercato creditizio perché, alla fine, di ogni scelta si vedano concrete ricadute sulle piccole imprese. Di quanto è bene che di un tema simile si faccia ampia cultura e si razionalizzi il piano delle scelte, consentendo ai policy maker di affrontare con piena lucidità le proprie responsabilità”.

Una particolarità dell’edizione è sicuramente il grado di basso tecnicismo che (volutamente) è stato mantenuto dagli autori e insomma il libro non è un trattato scientifico e men che meno un manuale esauriente su come funziona il Fondo di Garanzia PMI; prova a delineare una visione, un’idea, di credito e di futuro, dentro cui disegnare le evoluzioni del Fondo.

I CAPITOLI

Il capitolo 1 è un rapido passaggio su finanza, credito e banche negli ultimi anni. A partire dalla Grande crisi finanziaria del 2008, cosa è cambiato, cosa è andato come ci si attendeva, cosa non sta funzionando, quali sono le innovazioni che più stanno incidendo su offerta e modelli di intervento.

Il capitolo 2 dopo una breve storia della finanza agevolata, entra nel vivo del Fondo, definito “principe” della politica economica, e della sua “corte”: le banche e i Confidi, protagonisti della garanzia privata, soffermandosi molto su questi ultimi (delle banche si è parlato nel primo capitolo) e su come le loro vicende si sono intrecciate, e continuano a farlo, con quelle della garanzia pubblica.

Il capitolo 3 si sofferma sullo stato di evoluzione più recente del Fondo, con le riforme del 2014 e del 2019, e poi con le straordinarie dimensioni e forme di intervento collegate alla crisi pandemica. Di nuovo, si propone anche in questo contesto una riflessione sulla migliore relazione tra garanzia pubblica e garanzia privata dei Confidi.

Il capitolo 4 raccoglie i contributi di esperti, operatori e studiosi del settore delle garanzie, del credito e delle mPMI. Ognuno di essi fornisce un prezioso contributo su una specifica prospettiva, tutte importanti e fondamentali per giungere a un punto di vista equilibrato, non parziale, plurale e meno distorto possibile, di come utilizzare al meglio le risorse pubbliche.

Il capitolo 5 rappresenta un tentativo di tirare le fila dei ragionamenti e di proporre linee evolutive per il prossimo futuro del Fondo. Non tanto con specifiche prescrizioni regolamentari o di dettaglio quanto con la tessitura di una trama complessiva che, dicono gli autori, potrebbe contribuire a tenere insieme il tutto, nell’interesse delle piccole imprese.

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