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Preci ridiventa Corale: le arti per cucire le ferite del terremoto

PRECI – Nel mese di luglio riparte Corale, progetto del Teatro Stabile dell’Umbria nato espressamente con l’idea di ricucire le lacerazioni generate dal sisma che hanno colpito luoghi e persone. Il lavoro si è concentrato a Preci, piccolo borgo dei Monti Sibillini, e gli strumenti scelti per attuare questo processo sono l’arte contemporanea e le arti performative, l’autocostruzione e la trasformazione del paesaggio. Per l’estate 2019 Corale ha in programma l’atto conclusivo della parabola del rito e di tre anni di attività che sono descritti nel capitolo che leggete successivamente. Nel corso di 10 giorni, 50 persone sono invitate a partecipare a un’esperienza di abitazione, studio, invenzione, trasformazione collettiva del paesaggio fisico e relazionale del Comune di Preci. Il fulcro di questo processo di riscrittura artistica e paesaggistica sarà rappresentato dal fiume Campiano e le aree circostanti. L’obiettivo è ripensare e trasformare il fiume da luogo dimenticato e in ombra della vita quotidiana post-sisma a luogo privilegiato, cuore poetico e di rinascita della valle castoriana e della comunità di Preci.
Corale in questa edizione diventa un attore dinamico e propositivo all’interno di un territorio in forte cambiamento, “fungendo -spiega la nota del Tsu – da centro gravitazionale dove partecipanti, attori locali e cittadini si incontrano, progettano e realizzano un atto collettivo di ripensamento e di trasformazione del territorio. I partecipanti alla residenza, che potranno partecipare iscrivendosi a una call, si interrogheranno su come sia possibile ricostruire e inventare nuove forme dello stare insieme, orientate al bene comune, in quei territori che, oltre ad essere stati messi in ginocchio da eventi catastrofici, erano già teatro di problematiche strutturali, spopolamento, carenza di vitalità socio-culturale e depressione economica”. 
Sabato 20 luglio è prevista una festa di apertura, un momento di convivialità e di divertimento pensato come spinta energetica per avviare il lavoro della comunità. “La proposta  – spiega il Tsu – si concentrerà sulla trasformazione di tutti quei gesti rituali della vita quotidiana (la preparazione del cibo, la cura degli spazi o la lettura di un libro) in un atto aperto e condiviso, connesso e influenzato allo stesso tempo dalle grandi tensioni internazionali e dai temi che animano la discussione pubblica. l processo di abitazione e la trasformazione del lungo fiume genererà una programmazione di concerti, letture, proiezioni, spettacoli, conferenze, camminate pubbliche, che accompagnerà, articolerà e arricchirà l’esperienza.  Infine, il 27 luglio, un saluto pieno di visioni ed energie costruttive, generato da una comunità temporanea per una comunità stabile e che resiste”. 
La storia del progetto
Lo Stabile dell’Umbria ripercorre le tappe storiche del progetto. “A partire da maggio 2017, il gruppo di lavoro, composto da artisti, danzatori, attori e progettisti culturali, ha organizzato una serie di residenze ed eventi, esplorazioni del territorio, installazioni e performance, feste paesane, laboratori di differenti discipline, con la volontà di ricreare un sistema di azioni condivise e nuove abitudini grazie al quale la popolazione, costretta ad abbandonare il paese storico – completamente incluso nella zona rossa – e a trasferirsi nella parte bassa, potesse ritrovare il proprio senso di comunità.  La forte interazione di Corale con la cittadinanza è stata possibile grazie alla presenza sempre più costante del gruppo nel territorio preciano. Il confronto e l’incontro con gli abitanti è avvenuto non solo attraverso modalità codificate e strutturate, che spesso hanno la pecca di non riuscire a coinvolgere tutte le fasce di popolazione, ma si è sviluppato anche in forme leggere, semplicemente affiancando i cittadini nelle loro abitudini quotidiane, negli unici due bar presenti, nei negozi di generi alimentari, facendosi invitare nelle case a bere un caffè.  Questo lungo e intenso processo, che ha portato a genuine forme di “alleanza” tra abitanti e Corale, è culminato nell’estate 2018, quando il gruppo, autocostruendo una grande casa in legno in un campo a ridosso del borgo messo a disposizione dai proprietari, ha abitato il luogo per un lungo periodo. In quell’occasione sono stati organizzati tre weekend di Festa, ricchi di performance, spettacoli di teatro e danza, concerti, letture, poesia, e durante i quali sono state realizzate installazioni artistiche e alcuni interventi di allestimento e trasformazione dello spazio aperto. Tutto il processo è stato pensato come un grande rito collettivo, capace di traghettare la cittadinanza in un percorso collettivo di rinascita e superamento del trauma vissuto. Tra le varie cose, un intenso lavoro è stato dedicato alla creazione del Museo delle Cose Splendide, un percorso espositivo sviluppato in parte all’esterno – nelle strade del paese, lungo il fiume Campiano e nei campi – in parte all’interno di un vecchio mulino. Le opere esposte, oggetti di uso quotidiano donati dai cittadini, oggetti cari capaci di raccontare storie, ricordi, abitudini o eventi speciali legati alla vita dei singoli, alla comunità o alla storia del paese, hanno reso visibile una traccia narrativa capace di parlare contemporaneamente a locali e viaggiatori”.
Il progetto del Teatro Stabile dell’Umbria ha il sostegno della Regione Umbria e del MiBact, in collaborazione con il Comune di Preci.
Info www.coralesite.blog 
 

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