Prima assoluta di “Chi ha paura di Virginia Woolf?” al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto

SPOLETO – Domenica 9 gennaio alle 17, il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto ospita la prima assoluta dello spettacolo Chi ha paura di Virginia Woolf? l’indimenticabile successo di Edward Albee messo in scena da Antonio Latella, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli. In scena gli attori Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni e Paola Giannini.

Martedì 11 e mercoledì 12 gennaio alle 21, lo spettacolo sarà a Narni al Teatro Comunale Giuseppe Manini.

Un titolo di grandissimo successo (la sola edizione del debutto totalizzò 664 repliche consecutive a Broadway), la nuova traduzione di Monica Capuani e un cast sorprendente: Latella torna così alla drammaturgia americana e sceglie Albee per una nuova esplorazione del linguaggio, dell’immaginazione, dei sentimenti.

Chi ha paura di Virginia Woolf? racconta la storia di due coniugi di mezza età, Martha e George, che hanno invitato a casa Nick, giovane collega di lui, e la moglie Honey. Mentre il tasso alcolico della serata sale sempre più, Martha e George, tra confessioni, menzogne, accuse, si abbandonano a un crescente e vorticoso gioco al massacro, fino a far fuggire i loro ospiti. «Non posso non partire dal titolo per affrontare questo testo che ancora una volta mi riporta all’America e alla drammaturgia americana – spiega il regista – Una canzoncina che la nostra protagonista dissemina per tutto il testo, che riprende la melodia per bambini, e non solo, “Who’s Afraid of the big bad Wolf?” ovvero: “Chi ha paura del lupo cattivo?”. La paura del lupo, quel lupo che fin da piccoli è fuori dalla porta pronto a sbranarci, pronto a punirci nel momento in cui non stiamo nelle regole che la società ci impone. Eppure, non posso credere che questa scelta, in un autore attento come Edward Albee, sia solo un vezzo intellettualistico. (…) Virginia Woolf è un’autrice che crea un nuovo modo di narrare, un nuovo linguaggio. Una vera visionaria, una combattente instancabile per l’emancipazione femminile. La Woolf è presente anche in una idea di narrazione che riguarda lo stesso Albee: “Ogni volta che entra la morte, bisogna inventare, mentire, ricostruire. La morte la puoi vincere solo con l’invenzione”. Bisogna scegliere di spiazzare la morte, di vincere la depressione, la paura, forse anche di anticiparla proprio come fece la grande Virginia Woolf. Per fare tutto questo ho voluto circondarmi di un cast non ovvio, non scontato, un cast che possa spiazzare e aggiungere potenza a quella che spesso viene sintetizzata come una notturna storia di sesso ed alcool».

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