Primomaggio: i contributi comunali e la nostra diversità

ASSISI – Il Circolo culturale Primomaggio rivendica la sua centralità nella vita culturale e sociale del territorio umbra, ma soprattutto evidenzia che l’attività svolta è stata a costo zero per la cittadinanza. Pubblichiamo qui le opinioni di Primomaggio sulle politiche culturali comunali e l’assegnazione delle risorse: “Apprendiamo da Informassisi n. 13 del novembre 2019, giornale del centrodestra di Assisi – scrive Primomaggio – che l’Amministrazione comunale ha elargito da dicembre 2018 a ottobre 2019 a 55 associazioni varie ben 593.000 euro (da questa cifra sono però esclusi i contributi inferiori a 500 euro…).
Nel n. 12 dello stesso giornale, del novembre 2018, un’analoga tabella riportava i contributi distribuiti a 57 associazioni da agosto 2017 a settembre 2018, pari a ben 755.975 euro (erano in quel caso esclusi i contributi inferiori a 1000 euro).
I due elenchi riprendono le delibere comunali di assegnazione dei contributi, non sono stati mai smentiti e quindi vanno presi per buoni.
I numeri parlano da soli ed evidenziano la pletora di associazioni che spesso programmano le loro attività sulla base di quanto il Comune promette loro e a loro dà; la loro stessa esistenza dipende in gran parte dalla cifra che ricevono, che in svariati casi è di decine e decine di migliaia di euro.
Tra queste associazioni non trovate la nostra, il circolo culturale “Primomaggio”: non perché l’amministrazione sia stata cattiva con noi, ma semplicemente perché noi non abbiamo fatto richieste, né al Comune di Assisi né a nessun altro ente.
Tuttavia esistiamo e facciamo iniziative da 28 anni (dal 1991).
Ne abbiamo organizzate 19 nel solo 2018 e 17 nel 2019 in sei diversi comuni dell’Umbria, di cui 6 solo in quello di Assisi (in 3 diverse località: 2 ad Assisi, 2 a Santa Maria degli Angeli e 2 a Rocca Sant’Angelo).
Non solo non vogliamo soldi pubblici, ma rifiutiamo anche la pubblicità (per esempio nel nostro sito) o proposte di incontri in cambio di contributi.
Siamo masochisti? No. Siamo semplicemente un’associazione che ha valori, ideali, pratica impegno sociale e vuole essere autonoma e libera veramente (come cantava Eugenio Finardi).
Perché riteniamo che, se non si è in grado di reggersi da soli sulle proprie gambe, è meglio lasciar perdere; e se non ci si può permettere di criticare un’amministrazione, qualunque essa sia, non si è degni di essere considerati una vera associazione: se si sono ricevuti soldi da qualcuno, diventa difficile poterlo criticare, per una sudditanza psicologica oltreché politica (come minimo scatta l’autocensura).
Questo è da sempre il modo istituzionale, legittimo giuridicamente, delle amministrazioni per comprare il consenso e crearsi alleati: modo al quale difficilmente si sottraggono le associazioni.
Noi a questo gioco non ci prestiamo (e, per fortuna, non siamo del tutto soli) e questo ci consente di poter dire liberamente che sono troppi i soldi elargiti in questo modo o, rimanendo nell’ambito culturale, quelli spesi per le varie edizioni di Universo Assisi.
I contributi erogati sono decisivi per molte associazioni non solo per le loro iniziative, ma anche per crearsi un’immagine: è facile organizzare convegni (magari di più giorni), chiamare personaggi illustri o qualificati, rimborsare spese o dare gettoni di presenza invogliando alla partecipazione, affittare location di prestigio, farsi belli e così via quando tutto questo viene pagato non con soldi propri ma con quelli della collettività, senza che la stessa abbia potuto esprimere un proprio parere.
Pensare che tutti vogliono fare i moralizzatori (ma degli altri, senza guardare il proprio ombelico).
Noi continueremo a vivere delle nostre forze, facendo le cose che ci piacciono, senza compromessi.
Siamo per il cambiamento e cerchiamo di praticarlo, evitando le pratiche clientelari o le influenze amicali alla democristiana. Siamo diversi ed è giusto evidenziare e rimarcare la nostra diversità.

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