Pro Loco Marmore, il maestro Renato Sciamannini, la statua “L’Attesa” e altre storie

TERNI – Vivoumbria.it ha sempre avuto una particolare attenzione per le pro loco umbre che in alcuni casi sono promotrici di iniziative che oltre a favorire la socializzazione, la comunità di intenti e talvolta investimenti davvero utili alla comunità, danno un impulso potente alle iniziative culturali. La Pro Loco Marmore in questo senso è davvero uno degli esempi più significativi in Umbria. Con la sua presidente, in particolare, Manola Conti abbiamo stretto un rapporto di gradevole “complicità”. Francamente, in questa occasione, è accaduto qualcosa di più perché la Pro Loco Marmore ci ha affidato un ricordo, meglio: una memoria. Questo ci ha sinceramente  coinvolto, per certi aspetti commosso. Ci scuserà, Manola Conti, ma ci sembra importante riportare quanto precede il testo che ci ha inviato.
“Direttore, sarà inaugurata domenica 26 giugno – scrive la presidente – la statua “L’Attesa” che il maestro Renato Sciamannini donò in vita alla Pro Loco Marmore affinché fosse installata all’ingresso del Belvedere Superiore della Cascata.
Renato Sciamannini
Sono trascorsi oltre sette anni da quel momento e, nel frattempo, l’artista è deceduto. Io però avevo fatto a lui una promessa…  avrei realizzato quel suo desiderio in ogni modo. Il tempo è passato, ma la mia fermezza mi ha portato a non mollare mai. Mi sentivo debitrice nei confronti di una persona che, pur non conoscendomi, mi aveva affidato una sua opera per un nobile scopo. Ed eccomi qua, a raccontare a lei un passato che tra qualche giorno diventerà un presente”.
Grazie, Manola Conti, per  questa confidenza che ci ha rivelato e che sicuramente condivide con l’intera Pro Loco Marmore e con chi ricorda e stima il maestro Sciamannini.
Grazie a nome di chi sa riconoscere il valore del suo gesto, della sua determinazione e caparbietà.
Questa statua che verremo sicuramente a vedere, è già bellissima di per sé, per ciò che significa e significherà nel tempo.
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 Finalmente… l’Attesa!

di Manola Conti

Marmore, borgo tutto da scoprire, ai più sconosciuto nonostante dia il proprio nome alla Cascata. Il passante vede un borgo con poche case distribuite qua e là sulle due vie principali, ma non sa su quale tesoro passa. Marmore da sempre vive “l’attesa”.

L’attesa è …  la speranza di far conoscere Marmore anche per i suoi tesori materiali e immateriali, come un borgo turistico di eccellenza qual è e merita.

L’attesa è … il desiderio di garantire rigenerazione e decoro urbano agli spazi pubblici di Marmore.

L’Attesa è … anche il nome della Statua monumentale, dono importante del maestro Renato Sciamannini,  con il quale, tramite la Pro Loco Marmore, ha inteso omaggiare non solo Marmore, ma tutta la città di Terni e i turisti che vengono alla Cascata.

Dopo anni e anni di lungaggini burocratiche, Finalmente… l’Attesa!

L’opera monumentale del maestro Renato Sciamannini, scultore, creatore, artista ternano, figlio e orgoglio della nostra città, alta 2,70 metri, ha un forte valore sociale e riproduce la speranza di ricevere una buona notizia per un futuro migliore, dove l’uomo raffigura l’umanità intera.

Era desiderio del maestro Sciamannini che fosse sistemata al Parco L. Liberati (Campacci) nell’area antistante l’ingresso alla Cascata. E’ nato così un progetto congiunto di valorizzazione con il Comune di Terni che consiste nella installazione dell’opera di gran pregio, valore e significato, che andrà ad arricchire l’arredo urbano di Marmore tra le altre ricchezze e beni culturali già esistenti e che darà un’impronta di storia, arte, cultura.

La collocazione nel Parco L. Liberati (Campacci)  lungo la via di San Francesco assume un rilievo particolare rispetto ai pellegrini che qui a Marmore sulle orme di Francesco (che dal porto sul lago di Piediluco che all’epoca si estendeva fino a Marmore si imbarcava per la valle reatina) ripercorrono le strade del santo e qui possono trovare un momento di riposo tra il verde del parco e la Cascata delle Marmore prima di proseguire il cammino verso i santuari francescani di Piediluco e della Valle Santa reatina.

La “T” sotto il braccio dell’uomo può essere nella nostra immaginazione ricondotta alla Tau del santo di Assisi simbolo di speranza e fratellanza in Cristo nell’anno dell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”.

Il cane posto tra le gambe dell’uomo assume una simbologia polivalente, è sicuramente il simbolo della fedeltà, di vigilanza, della sicurezza, dell’affidabilità, dell’attaccamento, della protezione, della lealtà, un rimedio contro la tristezza che può aiutarci a superare un momento difficile.

Molti lo chiamavano “il padre dei mostri” per i soggetti che prendevano vita dalla pietra grazie ai suoi attrezzi e la sua genialità. Ominidi primordiali, creature animalesche, esseri in cerca di umanità. Sciamannini ha raccontato tante storie attraverso le sue opere. Dalla nascita dell’universo, all’energia che diventa materia, fino alla comparsa dei primi ominidi. La caccia, l’odio, l’amore e poi ancora la famiglia, le radici, le tradizioni, la sua Terni. Un vortice caotico, un susseguirsi di irrequietezza e difformità che trova pace ed armonia nella bellezza eterna di un’opera omnia che arriva fino a immortalare la conquista dello spazio, le avveniristiche scoperte della clonazione e della medicina.
Nella sua carriera artistica ha partecipato ad innumerevoli mostre in Italia che all’estero, nello specifico a Londra ed a Tokio in Giappone ed ha ricevuto molti premi e riconoscimenti non solo per la scultura, ma anche per la pittura ed il disegno.

Esistono tanti modi per raccontare una storia.

Per farlo, Renato Sciamannini ha utilizzato la pietra, il martello e lo scalpello. Il noto scultore ternano, scomparso all’età di 89 anni, ha lasciato un patrimonio artistico inestimabile di sculture in pietra e legno, quadri e disegni di paesaggi, vita quotidiana, ritratti.
Dalle sculture di altezza quasi 3 metri fino alle più piccole dove il maestro ternano ha raffigurato i più svariati temi come il Santo Valentino patrono della città dell’acciaio, musicanti, animali, futuristici mezzi di locomozione, mezzibusti di mostri e ominidi.

Le sue opere più grandi:

  • possenti ed enormi statue da collezione, che raccontano la storia della nascita dell’uomo;
  • circa 5000 piccole statue rappresentanti creature fantastiche e paesaggi;
  • bassorilievi riportanti uomini, animali e natura morta;
  • 232 fra quadri e disegni di creature fantastiche e uomini della preistoria;
  • 34 statue in terracotta di medie e piccole dimensioni;
  • 73 sculture in legno.

In occasione dell’inaugurazione, alle ore 19 presso all’infopoint del belvedere superiore della Cascata delle Marmore, è previsto uno spettacolo teatrale di e con Matteo Corrado, danzatore, coreografo, regista e autore teatrale, che metterà in scena lo spettacolo “Il mercante di stoffe”. La rappresentazione ha come narrazione la vita e alcuni momenti dei primi venti anni della vita di Francesco d’Assisi e ruota attorno alle stoffe, ai colori ed all’attività della bottega del padre Pietro da Bernardone, una scelta questa perché il Santo di Assisi era partito proprio da quella bottega e vi ritorna come predicatore. I ricordi si alternano con varie scene che sono vicine al presente. “Matteo Corrado muove sulla scena i colori, avvalendosi del supporto di tante pezze di stoffa, dissonanti all’apparenza tra loro, ma composti ordinati come le note di una sola sinfonia” . (prof. Paolo Cicchini, critico d’arte).

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