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Raffaella Giordano, danza la natura

PERUGIA – Domenica con la grande danza. Quella della coreografa e danzatrice Raffaella Giordano che nell’ambito del cartellone di Smanie di Primavera in collaborazione con HOME Centro Creazione Coreografica porta in scena il 19 maggio al Morlacchi di Perugia la sua ultima creazione “Celeste, appunti per natura” ispirato al libro “L’estate della collina” di John Alec Baker.

Raffaella Giordano, foto Andrea Macchia

Tra l’altro al termine dello spettacolo seguirà  un incontro con Raffaella Giordano condotto da Carla Di Donato. Non solo, lunedì 20 maggio Giordano terrà una masterclass gratuita per allievi di danza (per informazioni e iscrizioni rivolgersi a HOME telefonando al 338 2345901). Ci sarà di che imparare. La sua è infatti una carriera davvero importante: dal 1980 al 1984 ha lavorato con con la coreografa Carolyn Carlson a Venezia. La sua prima coreografia “Ssst…” è del 1987. Importantissime le collaborazioni a cominciare da quella con Pippo Delbono nel 1990 per arrivare a Mario Martone interpretando nel film “Il giovane favoloso” Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi. Tantissimi i riconoscimenti che le sono stati assegnati: dal Premio della critica Danza&Danza all’UBU per Quore. Intensa l’attività didattica: dal 2009 al 2012 ha diretto “Scritture per la danza contemporanea” e dal 2016 il progetto formativo “AZIONE” per favorire una rete stabile di insegnamento in Toscana.

Raffaella Giordano, una predestinata da quanto emerge dall’intervista che le abbiamo fatto per Gruppo Corriere: “Avevo una nonna danzatrice che non ho mai visto danzare, ma il culto per questa arte era evidente e appartiene alla mia infanzia. Un grande mare di commozione che mi ha portato a dire: voglio fare la danzatrice. Sono stata molto fortunata perché ho incontrato grandi maestri e sono stata travolta da una gigantesca onda nella quale ho nuotato in totale immersione”.
E sullo spettacolo che metterà in scena rivela: “La forma di questo assolo si manifesta in una forma molto fluida e allo stesso tempo carica. Parto da sequenze elementari delle strutture gestuali che poi evolvono come fa la natura. Nei semi si ha fiducia che le cose possano crescere perché sono insite in loro. Si ritiene possano espandersi fino a costruire un intero paesaggio come. Nel mio caso è un’intimità espansa. Seguo una partitura in maniera molto rigorosa; dopodiché, siccome il teatro si attua nel presente e l’aria che tira che non è mai la stessa, si avverte questa vibrazione e l’emozione si muove di per sé”.
 
Ruolo importante quello della musiche composte da Arturo Annecchino. Infine sulla sua esperienza sul set de  “Il giovane favoloso” commenta: “Ero terrorizzata, emozionata perché non nuotavo nel mio mare. Il regista Mario Martone però ha una relazione bellissima con gli attori. Nell’interpretare la severa Adelaide mi sono trovata bene: l’altra nonna, quella che non danzava, aveva quegli stessi tratti di durezza e me li sono sentiti arrivare”.

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