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Raffaello, il mito e la modernità stasera su Rai 5

Raffaello. Il mito e la modernità“. Da vedere in tv lo segnala per stasera su Rai 5 alle 21,15  perché si tratta di un filmato che ricostruisce agilmente, con studiosi ed esperti, la figura e la carriera dell’artista che non fu solo pittore e architetto, ma anche intellettuale capace di interpretare il progetto di un’intera società. Grazie alle riflessioni dello scrittore e restauratore Antonio Forcellino, il documentario ripercorre quello che viene considerato il periodo d’oro, gli anni romani dal pontificato di Giulio II alla morte di Leone X nel 1521. Si parte analizzando le opere d’architettura con lo storico Alessandro Viscogliosi nella splendida Villa Madama e la Cappella Chigi in S. Maria del Popolo, mentre l’architetto Paolo Portoghesi spiega Raffaello e il fondamentale riferimento alla classicità. Dall’amore di Raffaello per l’Antico nasce la “Lettera a Leone X” scritta con l’amico Baldassarre Castiglione, primo esempio di storia della tutela del patrimonio artistico: ne parla lo storico Francesco Paolo di Teodoro ai Mercati di Traiano. E poi il rapporto con i committenti, i papi e l’amico banchiere Agostino Chigi: la Villa Farnesina, luogo di svago e delizie del ricco banchiere Agostino, mostra una perfetta simbiosi tra architettura e paesaggio. Raffaello lavorerà prima all’affresco della Galatea (illustrato dalla conservatrice della Villa, Virginia Lapenta) per poi passare a quelli della ‘Loggia di Amore e Psiche’, illustrati dalla esperta botanica Giulia Caneva e dal chimico Antonio Sgamellotti. Raffaello ha trovato il modo di sviluppare anche il talento degli altri, un’altra caratteristica che permette un excursus nel contemporaneo: la “bottega di Vetrya”, un’azienda che si occupa di intelligenza artificiale e, sul modello di una bottega rinascimentale, promuove innovazione e cultura. Ne parlano i fondatori Katia Sagrafena e Luca Tommasini (il più giovane Cavaliere del Lavoro). Per approfondire la fortuna di Raffaello dal Cinquecento all’Ottocento, si visita la Collezione Davoli (illustrata dai curatori Zeno Davoli e Chiara Panizzi) nella Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dove le incisioni di Marcantonio Raimondi ed altri sono la testimonianza della diffusione dei modelli raffaelleschi nelle corti d’Europa e non solo. Per concludere, il lascito di Raffaello a un artista contemporaneo, Luigi Ontani, autore di un autoritratto nelle vesti di Raffaello.

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