PERUGIA – Dal 26 settembre all’8 ottobre: film da tutto il mondo, realtà virtuale, 2 categorie di concorso, anteprime per l’Italia, tanti ospiti, masterclass, progetti di formazione e un’intera città coinvolta
OSPITE SPECIALE: domenica 5 ottobre a Perugia Nicolas Philibert, Orso d’oro alla Berlinale con Sur l’Adamant, in dialogo con Carlo Chatrian, direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino
Il mondo brucia e il cinema che può fare? Può fare poco, come diceva Godard, ma qualcosa può fare. In tempi di fake news, di archivi ricreati con l’AI, di post-verità, il cinema può riaffermare l’esistenza del reale. È questo l’obiettivo principale di un festival di cinema documentario come il PerSo, giunto all’11a edizione, che si terrà nel capoluogo umbro dal 26 settembre all’8 ottobre.
L’evento internazionale dedicato al cinema documentario, diretto da Luca Ferretti e Giovanni Piperno, torna con un’edizione ricca di eventi, approfondimenti e ospiti. La manifestazione, che da sempre si pone come vetrina e megafono di storie, istanze e questioni che arrivano dalle diverse aree del mondo, ha l’obiettivo di mostrare al pubblico italiano il meglio del documentario prodotto a livello globale, in una selezione ufficiale che in questo 2025 vede 53 film provenienti da 27 Paesi, tra cui 13 film in anteprima italiana o mondiale. Con ben 29 titoli italiani, il 53,7% delle proiezioni in programma.
Due le categorie di concorso principali: PerSo Award, concorso internazionale di film documentari, con 9 titoli in competizione, e il PerSo Short Award: concorso internazionale di cortometraggi documentari, con 11 corti selezionati.
Il festival è stato presentato nel corso di una conferenza stampa presso il Comune di Perugia.
Sono intervenuti: Tommaso Bori, vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione Umbria: “Quello che il PerSo ha costruito è ormai sotto gli occhi di tutti, addetti ai lavori e pubblico appassionato. Io c’ero, tra il pubblico, alla prima edizione di questo festival e la qualità della proposta che oggi porta in Umbria è qualcosa di molto importante. Si tratta di un’edizione matura, che colloca la città di Perugia al centro del dibattito nazionale sociale e culturale.
C’è il grande cinema italiano e internazionale, c’è l’impegno sociale, c’è un punto di vista sull’attualità. Il nostro compito, il mio compito come assessore, è quello di creare spazi, anche economici, per eventi di questo livello. Perugia e l’Umbria devono sapersi tenere stretti programmazioni culturali di questo tipo, che generano dibattito e ricadute positive”.
Vittoria Ferdinandi, Sindaca del Comune di Perugia: “La Fondazione Città del Sole, che realizza il PerSo, rappresenta la casa più importante che io abbia mai abitato. Lo ribadisco sempre in ogni occasione e non potevo che farlo oggi durante la presentazione di quello che è un piccolo grande gioiello per la città di Perugia.
Il mio ringraziamento va, oltre che agli organizzatori e all’assessore Pierini, a Tommaso Bori per la sua vicinanza e per come sta affrontando la riorganizzazione della cultura a livello regionale con il testo unico, che rappresenta una novità importante per chi fa impresa in questo settore e poi deve programmare cultura.
Siamo di fronte a un festival contemporaneo, partigiano, in grado di prendere parte. Un festival che sceglie di far parlare la realtà in un momento in cui il reale viene manipolato e usato a proprio piacimento. Il PerSo rappresenta un’occasione di crescita e di presa di coscienza collettiva importante”.
Marco Pierini, assessore alle Politiche culturali del Comune di Perugia: “Siamo in due assessori alla Cultura, io e Tommaso Bori della Regione, e qui oggi c’è anche la Sindaca. È il segno dell’attenzione che le istituzioni e la città di Perugia dedicano a questo che è un evento totale, non solo cinema, ma progetti sociali e culturali, confronti e multimedialità con la realtà virtuale e tutti gli eventi collaterali. Chiudo dicendo che ci eravamo lasciati l’anno scorso promettendo di provare a coinvolgere e a mettere a disposizione un contenitore unico in città, quello Palazzo della Penna, e abbiamo mantenuto la promessa. Di questo siamo molto soddisfatti”.
L’assessore Pierini fa riferimento a Se sono persona umana, soundwalk, performance di Ludovica Manzo, con Ruggero Fornari, in programma sabato 27 settembre.
Creazione site-specific che nasce dall’incontro tra la ricerca artistica dell’autrice e gli spazi di Palazzo della Penna. Il progetto, che intreccia elaborazione vocale, manipolazione elettronica del suono e improvvisazione, è un invito all’ascolto profondo, individuale e collettivo, permeato dalle tematiche del pensiero di Joseph Beuys.
Per partecipare è necessario portare con sé il proprio smartphone e cuffie o auricolari, possibilmente di buona qualità. Videomapping negli ambienti del palazzo attraverso proiezioni digitali. A cura di Giacomo Della Rocca e Dromo Studio.
Marco Casodi, direttore generale Fondazione La Città del Sole Onlus: “C’è, è innegabile, la fatica di programmare ogni anno il festival. Siamo tra i festival riconosciuti a livello nazionale per il suo valore artistico e socio culturale, finanziati anche dal Ministero, ma abbiamo comunque un problema di sopravvivenza. Speriamo nel nuovo corso e in una rinnovata attenzione da parte del Comune di Perugia e della Regione Umbria, anche da un punto di vista dei criteri con i quali si erogano i finanziamenti, che non possono essere a pioggia, ma devono tenere conto della parte qualitativa e di ricadute sui territori. Ci tengo a dire che oggi non saremmo qui senza la Fondazione Perugia, che sostiene in maniera importante il PerSo”.
Luca Ferretti e Giovanni Piperno, direttori artistici del PerSo Film Festival:
“Sembra passato molto tempo in questo solo anno: la vita culturale, sociale e politica è stata scossa dall’incalzare di eventi tragici – su tutti il genocidio in atto in Palestina – e dalla percezione comune di una sfera pubblica diventata distopica, che spinge tutti, e noi operatori culturali in modo particolare, a una riflessione radicale sulle fondamenta etiche del nostro pensare e agire. L’11a edizione del PerSo, attraversata da questa urgenza del presente, conferma la sua vocazione di festival che intreccia contemporaneità, arte, momenti di comunità e originalità di pensiero. Il format del Festival, costruito in questi anni e costantemente rimodulato, promuove i nuovi sguardi della cinematografia del reale più recente, voci dalla marginalità, narrazioni che restituiscano la complessità del reale, così come gli approfondimenti sul lavoro di registi già noti, ma che non hanno ancora smesso di sperimentare. Dopo Pietro Marcello e Leonardo Di Costanzo – entrambi quest’anno in concorso a Venezia – ospitiamo in questa edizione Nicolas Philibert.
Il cinema del reale diventa così una “luce”, non per illuminare false certezze, ma per continuare a cercare l’umano anche nelle situazioni più disumane. Siamo grati a tutti gli autori delle opere in programma, all’ampio staff che anima il PerSo e al pubblico che si riconosce nei nostri percorsi di scoperta e riflessione: senza di loro questo evento non sarebbe possibile”.
Domenica 5 ottobre ospite d’eccezione Nicolas Philibert – RETROSPETTIVA
Nicolas Philibert (1951) regista di documentari di fama internazionale, ha costruito, film dopo film, un’opera lontana dai sentieri battuti, che unisce poesia, humour, impegno e che lascia ampio spazio all’immaginazione e agli incontri. Inizia come assistente alla regia per René Allio e Alain Tanner, firmando nel 1978 La Voix de son maître, che suscita ampi dibattiti politici. Il suo cinema, fondato su uno sguardo discreto e partecipe, esplora comunità e istituzioni, dando voce a mondi spesso invisibili. Nel 2023 riceve l’Orso d’oro alla Berlinale con Sur l’Adamant, consacrando un percorso che ha reso il documentario uno strumento di conoscenza, ascolto e umanità. I film Averroès & Rosa Parks e La macchina da scrivere e altri disastri che saranno proiettati al PerSo, completano la trilogia – avviata con Sur L’Adamant – sul disagio psichico e Nénette, film pluripremiato del 2010 che siamo felici di riproporre al pubblico del PerSo.
Venerdì 26 settembre in programma l’omaggio a Daniele Segre.
Domenica 28 settembre, al Teatro Pavone, Quelli di Basaglia… a 180°, spettacolo teatrale dell’Accademia della Follia (regia di Antonella Carlucci, produzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia) che porta sul palco attori “a rischio”, portatori di disagio psichico, fisico e sociale, operando ai confini geografici, culturali, etnici e di marginalità̀.
I FILM IN GARA per L’AWARD
Ed è questa irriducibile esistenza del reale che connota tutti i film del Perso Award, da Landscape and the Fury di Nicole Vögele, dove in un paesaggio bellissimo al confine tra Bosnia e Croazia emergono sia le figure dei migranti che gli squarci della guerra nella ex-Jugoslavia, a The Bare Faced Clown del brasiliano Camilo Cavalcante, in cui il regista e il clown protagonista si ritrovano faccia a faccia con l’ascesa mediatica di Bolsonaro. Entrambi questi titoli sono in anteprima italiana, così come diversi altri film selezionati al Perso Award, da Summer Camp dello svizzero Mateo Ybarra, un tenero teen-movie sugli scout che dà un momento di sollievo rispetto all’impazzimento del mondo, a Jankee della regista messicana Yamel Thompson, che mette in scena la sua imprevista storia d’amore con un ragazzo cubano, fino a Kickoff di Roser Corella e Stefano Obino, in cui in un paesino del Kirghizistan un gruppo di donne organizza un torneo di calcio. Sono tre titoli che, dietro l’apparenza di commedie e/o teen movie, ribadiscono però temi attualissimi e “reali”, come l’importanza dell’educazione delle giovani generazioni e il ruolo della donna. E le donne registe sono protagoniste della selezione del Perso Award di quest’anno: su nove titoli infatti, ben cinque sono diretti da donne: oltre a quelli già citati, in programma ci sono I’m not Everything I Want to Be di Klára Tasovská che, attraverso la figura della fotografa Libuše Jarcovjáková, ripercorre la storia della ex-Cecoslovacchia sotto il dominio dei sovietici, e Billy di Lawrence Côté-Collins in cui, in maniera simile a Jankee, la regista mette in scena il rapporto con il suo protagonista, solo che in questo caso il Billy del titolo è un ragazzo schizofrenico autore di due omicidi. A chiudere il concorso due film italiani: Toro di Rocco Di Mento, una malinconica commedia ambientata nientemeno che a Salò, e Gen_ di Gianluca Matarrese, dove il generale senso di avvilimento per quel che succede nel mondo viene risollevato dalla presenza di un personaggio straordinario, il dottor Maurizio Bini, che si occupa di fertilità e affermazione di genere e ci mostra che un altro mondo è, forse, ancora possibile.