Rischio usura: in Umbria chiesti 278 milioni di euro

L’appello viene dalla Fabi, Federazione autonoma bancari di Perugia e Terni.  In Umbria sono state presentate quasi 6 mila domande per il prestito previsto dal Decreto Liquidità, pari all’1,6% del totale nazionale, per 277.794.195 milioni di euro.    I dati, aggiornati al 25 maggio, sono frutto di uno studio della FABI diffusi in questi giorni.

“L’Umbria – si legge nella nota stampa di Fabi – si pone nella classifica nazionale al sestultimo posto delle regioni italiane. Il rapporto delle richieste dei prestiti da parte delle imprese rispetto alle PMI e alle Partite Iva è dell’1,5 per cento, dato positivo questo come in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Friuli-Venezia Giulia.   È importante partire da questi numeri per approfondire le tematiche scaturite dalla crisi derivante dall’emergenza sanitaria Covid-19, ma prima vogliamo ricordare che durante i mesi della pandemia le banche, essendo servizio pubblico essenziale, hanno garantito ininterrottamente l’apertura degli sportelli anche a costo di tensioni e minacce per i lavoratori. Come sindacato maggiormente rappresentativo dei bancari in Umbria – conclude la nota – vogliamo rivolgere un appello alle istituzioni, ai prefetti, alle forze dell’ordine, per monitorare la situazione nella nostra regione perché la mancanza di liquidità e le problematiche legate all’accesso al credito rischiano di spingere le persone in difficoltà economica a rivolgersi agli usurai.  Come spesso ripetuto dal nostro segretario generale Lando Maria Sileoni, non possiamo permettere che questa crisi favorisca l’infiltrazione di criminalità che speculano sulle sofferenze economiche dei cittadini.  Si tratta di vigilare su questo momento delicato per la storia delle nostre comunità”.

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