Ritorno in classe: Altrascuola vuole un incontro con la giunta Tesei e presenta 8 richieste

Proposte di  Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria in vista della riapertura delle scuole già inviate alla Regione Umbria con la richiesta, evidentemente urgente, di un incontro.  La domanda principale rivolta alla giunta Tesei è: in quale condizioni si torna a scuola il 7 gennaio?
In primo piano, su uno scenario davvero complesso nella gestione, sicurezza e diritto allo studio.

Matias Cravero, coordinatore regionale di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria mette in fila le richieste: “Vogliamo spazi sicuri e adeguati alle nostre esigenze, la garanzia del rispetto dei protocolli di sicurezza, rimborsi sui trasporti di cui non abbiamo usufruito, la stabilizzazione delle borse di studio e l’accesso gratuito alla rete della mobilità pubblica, ai libri di testo, ai device e alla connettività. Solo con questi investimenti strutturali sarà possibile tutelare il diritto allo studio in Umbria e limitare la situazione di crisi che stiamo vivendo. La pandemia ha portato ad un punto di rottura il nostro sistema d’istruzione: assistiamo a continue promesse non mantenute o ritrattate – ultima tra le quali quella di un ritorno al 75 per cento, subito ridotto al 50 -, veniamo addirittura additati come responsabili del diffondersi della pandemia, incoscienti ed immaturi”.

Di seguito le richieste del sindacato studentesco all’esecutivo regionale.

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IL DOCUMENTO: LE OTTO RICHIESTE ALLA GIUNTA TESEI 

Scuola in presenza e in sicurezza 

Crediamo che sia necessario che le istituzioni lavorino per garantire a tutti gli studenti la possibilità di tornare a frequentare le scuole in presenza e in sicurezza il prima possibile: da questo punto di vista è fondamentale il rispetto delle norme igienico-sanitarie. 

Sarà necessario attivare dei sistemi di segnalazione delle irregolarità da parte delle scuole e monitorare la situazione nelle scuole dell’Umbria affinché sia garantito il rispetto delle norme: le scuole devono distribuire gratuitamente i Dispositivi di Protezione Individuale, fornire gel disinfettante per le mani e devono garantire il distanziamento sociale e il rispetto dei protocolli durante le ore di lezione affinché la salute di tutti sia assicurata. 

Risulta prioritario, inoltre, sviluppare all’interno degli spazi scolastici un presidio medico-infermieristico, che si occupi del monitoraggio continuo di studenti e personale scolastico, in modo da evitare il sovraffolammento di ospedali e presidi medici. 

Spazi a misura di studente 

Nella nostra Regione e in tutta Italia la discussione sugli spazi dedicati al mondo della scuola è sempre stata trattata solo superficialmente o totalmente ignorata da chi di dovere: i limiti dei nostri spazi scolastici si sono resi evidenti nella gestione della pandemia e nonostante ciò questi sono rimasti tra le ultime priorità delle istituzioni locali: per lavorare verso una riapertura in sicurezza delle scuole è necessario un totale ripensamento degli spazi che, ad oggi, sono completamente insufficienti: bisogna garantire il rispetto delle norme igienico sanitarie, evitando le ‘’classi-pollaio’’, ma non può bastare. 

Gli spazi della didattica devono essere ripensati in funzione a nuovi metodi di apprendimento, e devono partire dalla rivalutazione e l’ammodernamento dei tanti edifici scolastici inutilizzati, tenuti male, non adatti ai reali bisogni degli studenti anche da un punto di vista architettonico. Le scuole devono inoltre sfruttare i propri spazi a 360 gradi, organizzando dove possibile lezioni all’aperto e implementando strumenti di didattica alternativa. 

Non bisogna inoltre dimenticare spazi cittadini necessari per garantire a tutti il diritto allo studio, come biblioteche, mense, aule computer, aule studio: spazi che possano, nel rispetto della sicurezza, permettere ad ogni studente di vedere nella scuola il luogo centrale del proprio sviluppo in quanto cittadino. 

La sicurezza da tenere in considerazione non deve poi essere solo quella legata alla pandemia in corso: è necessario che venga istituita un’anagrafe pubblica dell’edilizia scolastica, stesa a seguito del controllo biennale, per altro già obbligatorio, dello stato di sicurezza e agibilità degli edifici scolastici della nostra regione. 

Trasporti sicuri, efficienti ed ecologici, per tutti

L’Umbria è tra le regioni in cui risulta essere più costoso spostarsi per uno studente: il prezzo degli abbonamenti scolastici annuali sfiora i €300 per le tratte urbane e arriva a superare i €500 per le extraurbane. Non è previsto, invece, alcun tipo di agevolazione per singoli biglietti, per i biglietti multicorsa e per gli abbonamenti mensili e trimestrali. 

È sotto gli occhi di tutti il fatto che a questa spesa non corrisponda un servizio di qualità: infatti una delle cause della chiusura delle scuole, come emerge da dati e atti ottenuti dalla Regione Umbria stessa, è sicuramente stata l’inadeguatezza del sistema di trasporto pubblico in cui troppo spesso non era possibile rispettare il distanziamento sociale. Quello che chiediamo alla Regione è semplice: maggiore sicurezza e tutela dello studente nel tragitto casa-scuola/scuola-casa tramite l’integrazione di un numero maggiore di autobus e il rispetto della capienza massima all’interno di essi. 

Non è possibile infatti immaginare una riapertura in sicurezza senza investimenti strutturali da parte della Regione Umbria: è necessario rinnovare il parco mezzi, rivedere gli orari, la frequenza e le linee, consentendo a tutti di spostarsi più agevolmente e in sicurezza nel territorio regionale e garantendo a tutti la possibilità di raggiungere le proprie scuole. 

In una situazione complessa come quella che stiamo vivendo credo che la Regione Umbria dovrebbe rimborsare gli abbonamenti non utilizzati nelle settimane di chiusura delle scuole e garantire a tutti i giovani in età scolastica l’accesso completamente gratuito alla rete di servizi di mobilità pubblica regionale: solo in questo modo si può garantire a tutti, a prescindere dalla condizione economica, non solo la possibilità di raggiungere i luoghi dell’istruzione ma anche quella di vivere appieno la nostra regione. 

È necessaria anche l’istituzione di un servizio di mobilità notturna: come studenti dobbiamo avere la possibilità di vivere le nostre città a tutte le ore e di spostarci in maniera sicura ed ecologica. 

Cittadinanza Digitale: stop disuguaglianze

I mesi di lockdown e di totale digitalizzazione della didattica hanno mostrato con evidenza lampante a tutto il Paese che le disuguaglianze economiche si ripercuotono gravemente sull’accesso a Internet e agli strumenti digitali in generale: i dati raccolti contestualmente al rapporto annuale dell’ISTAT del 2020 sottolineano come oltre il 45% degli studenti abbia avuto difficoltà, per mancanza di mezzi, ad accedere alla Didattica a Distanza. 

In un mondo sempre più interconnesso, in cui le nostre vite online non sono più scindibili da quelle offline, l’accesso alla Rete non può più essere considerato un lusso, ma un servizio imprescindibile, quasi come l’accesso all’acqua corrente e alla rete elettrica: se poi da esso deve dipendere interamente o parzialmente il diritto allo studio non è più possibile scendere a compromessi. Proprio per questo crediamo sia competenza della Regione garantire a tutte le studentesse e gli studenti umbri i mezzi per accedere agevolmente agli strumenti didattici online e al web in generale. È importante riconoscere che lo sforzo fatto con l’istituzione del Fondo Family Tech in questi mesi di emergenza va nella direzione giusta: fino a €600 da spendere in dispositivi digitali per tutte le famiglie con ISEE non superiore a €20.000 sono non poca cosa. Riteniamo però che su questo si possa ancora costruire. Il progetto va innanzitutto pensato come molto più di un semplice sostegno in un momento di emergenza e perciò rinnovato anno dopo anno, perché, come detto sopra, le disuguaglianze sul fronte della connettività sono un problema della nostra epoca storica, non del 2020. In secondo luogo bisogna pensare a un ampliamento della fascia ISEE interessata, per rendere la garanzia del diritto alla connettività ancora più effettiva. 

Non bisogna poi trascurare il problema delle connessioni dati o wi-fi: l’assoluta maggioranza degli studenti ha denunciato grandi difficoltà a connettersi alle proprie lezioni nel momento in cui l’intera famiglia era collegata alla rete domestica. Simili situazioni hanno provocato un danno educativo impressionante a migliaia di studenti nella Regione: è evidente che si deve poter usufruire di connessioni indipendenti e veloci nel momento in cui la Didattica a Distanza non può venire totalmente esclusa come opzione per tutto l’a.s. 2020/2021. Perciò richiediamo che ad ogni studente venga fornita gratuitamente dalla Regione una scheda SIM da almeno 100 gigabyte mensili (superflue le chiamate telefoniche e gli SMS) da poter utilizzare per la Didattica Digitale Integrata, per le piattaforma di e-learning e per qualsiasi loro altro bisogno quotidiano. Questa poi può essere usata sia nel proprio smartphone, sia in una webpocket per iniziare a colmare la distanza digitale che decenni di sperequazione economica nel nostro Paese hanno creato. 

DDI, diritto allo studio e diritto alla salute 

La Didattica a Distanza, è inutile nasconderlo, ha rappresentato per tutti gli studenti italiani una difficoltà nel migliore dei casi, una condanna nel peggiore. Le situazioni sono le più disparate per ogni scuola e non si è nemmeno cercato, nella urgenza con cui si è dovuti procedere all’implementazione di questa, di metterle a sistema: i dati ISTAT parlano di difficoltà di accesso riscontrate da più del 45% degli studenti italiani. Ciò nonostante, quello che si è verificato durante marzo aprile e maggio è stata, senza esagerazioni, la più grande rivoluzione didattica che il nostro sistema scolastico nazionale abbia visto dal dopoguerra a oggi. 

Pertanto, per noi è un reale dispiacere il fatto che, rivoluzionati i metodi di accesso alla didattica, non si sia nemmeno provato a mettere in discussione il modello, sostanzialmente riproponendo la lezione frontale standard, ma con maggiori difficoltà di comunicazione, sia nel rapporto docente-studente, che soprattutto studente-studente. Problemi analoghi nella valutazione: l’”interrogazione classica” semplicemente non può essere trasportata su schermo senza ripensarla da capo, né tanto meno il “compito in classe”. 

L’efficacia e il valore educativo dei voti numerici è stato infatti quasi nullo durante questo singolare quadrimestre. Questa deve essere per noi l’occasione perfetta per ridiscutere completamente il nostro modello sociale e didattico di scuola, inventare, sperimentare soluzioni il più innovative possibili a partire dal livello più locale per coinvolgere sempre di più e sempre al massimo tutti gli studenti: vogliamo essere i protagonisti di questa rivoluzione. 

In questa situazione, inoltre, non si può però dimenticare una questione centrale legata alla nostra salute fisica e mentale: secondo un dossier di Osservatorio Adolescenza più del 60% degli studenti segnala problemi fisici come mal di testa e bruciore agli occhi o mentali come ansia e senso di solitudine a causa dell’utilizzo della Didattica Digitale Integrata. 

Per questi motivi pensiamo che sia necessaria l’istituzione di una cabina di regia a livello regionale che consenta da una parte di monitorare l’utilizzo fatto della Didattica Digitale Integrata dalle scuole del territorio e, dall’altra, di emanare linee guida e proporre provvedimenti volti alla tutela del diritto allo studio di tutti gli studenti e di tutte le studentesse della regione; chiediamo inoltre, allo stesso scopo, l’istituzione di commissioni paritetiche di sorveglianza nei singoli istituti scolastici. 

Borse di Studio, un presidio di uguaglianza 

Per garantire il diritto all’istruzione è fondamentale lo strumento delle borse di studio: per fare fronte alla situazione emergenziale che stiamo vivendo la Regione Umbria ha deliberato, grazie al lavoro fatto finora, lo stanziamento straordinario per quest’anno di 4 milioni di euro per fornire borse di studio da €500 a tutti gli studenti delle scuole superiori con ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) inferiore a €20.000: si tratta di una misura importante in questa situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo ma è necessario stabilizzarla e ampliarla per fare fronte ai problemi economici dei prossimi anni. 

Crediamo che per garantire il diritto allo studio di tutti sia infatti necessario che la Regione Umbria garantisca questa misura oltre l’emergenza, ampliandola per coprire anche gli studenti con ISEE compreso tra €20.000 e €30.000 affinché nessuno venga lasciato indietro. 

Libri di Testo: ridurre i costi per le famiglie 

Quella relativa ai libri di testo è la spesa più alta che siamo costretti ad affrontare ogni anno: per il 2020 la media si attesta €478,20, in crescita dell’1,6% rispetto allo scorso anno: in una situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo la Regione Umbria dovrebbe attivarsi per evitare che questa spesa ricada sulle famiglie. Per questo voglio chiedere l’istituzione di un servizio di comodato d’uso gratuito dei libri di testo in ogni scuola secondaria di secondo grado che garantisca a tutte le studentesse e a tutti gli studenti l’accesso ai libri di testo e che eviti lo spreco di risorse. 

Il Ministero dell’Istruzione ha inviato come misura straordinaria alle scuole secondarie dell’Umbria, contestualmente al PON/FSE, un totale di € 1.861.176,43 per l’acquisto di libri di testo e kit scolastici da fornire in comodato d’uso gratuito agli studenti più bisognosi: la Regione Umbria può cogliere questa opportunità e stanziare ulteriori fondi per creare un sistema di comodato d’uso universale che garantisca a tutti gli studenti l’accesso gratuito al sistema scolastico. 

Scuola e lavoro: tutele per tutti 

Ad oggi nella Regione Umbria gli studenti che sono costretti a lavorare per mantenersi non hanno alcun tipo di tutela particolare e non esistono dati rispetto alla quantità di studenti che rientrano in questa categoria. Questa situazione incentiva ulteriormente il fenomeno della dispersione scolastica, mettendo a rischio un’intera categoria di studenti. 

Richiediamo in primo luogo l’istituzione di un organo, in cui vengano incluse le rappresentanze studentesche, preposto al controllo di questo fenomeno affinché si possa svolgere un monitoraggio costante e si possano formulare proposte per arginarlo. 

Parallelamente ad una più ampia e risolutiva rivendicazione nazionale, crediamo inoltre che la Regione Umbria e gli enti locali debbano comunque favorire la tutela di questo particolare status impegnandosi a fornire assistenza a tutti quegli studenti che, per motivi di reddito familiare o per scelta si trovano a svolgere attività lavorative, attraverso il finanziamento di misure speciali di diritto allo studio (libri di testo e borse di studio) e la promozione di corsi di recupero e integrazione del programma scolastico.

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