Sabato 27 gennaio festa alla chiesa romanica di San Vincenzo nel castello di Gabbio

FERENTILLO – Torna la tradizionale festa di San Vincenzo Martire nella frazione di Gabbio. Sabato 27 gennaio ci sarà infatti una grande festa per la ricorrenza del suo patrono titolare della chiesa e dell’antico castello. In questa occasione si svolgerà la cerimonia religiosa  e momenti di aggregazione con rinfresco e ricca estrazione della  lotteria. Al suono delle campane ricollocate nelle due fornici  del campaniletto a vela, situato sulla facciata e inaugurate lo scorso anno, prenderà il via la festa la quale vede tanta partecipazione di cittadini.
I bronzi erano stati tolti dal campaniletto per prevenire il loro furto. Infatti,  come detto, l’edificio, data la sua posizione appartata e disabitata nel corso degli anni e stato motivo di furti e sfregi. Ma da qualche anno, il piccolo edificio romanico e’ ritornato a svolgere il suo ruolo spirituale e attrattiva turistica grazie alla determinazione dei residenti soprattutto di Doda e Pierfrancesco. Presto anche  la formella in terracotta dipinta situata sulla facciata, sopra il portale,  recante lo stemma del Capitolo Lateranense, oggetto di furto, sarà presto con una copia ripristinata.
LA FESTA
Il programma prevede, come detto, alle ore 11 Santa Messa alle 12 degustazione di prodotti tipici e piatti della cucina locale offerta dalle due famiglie residenti a tutti i partecipanti a seguire estrazione della lotteria di beneficenza (quest’anno  in palio prodotti donati dai commercianti del luogo).
Seguirà concerto del gruppo “Terra Majora” del CAI di Terni. Grazie alle famiglie di Gabbio, sia questo paesino che la tradizione della festa di San Vincenzo martire  sono ancora vive. La chiesa e’  tornata a vivere dopo un attento restauro. Un vero gioiello del romanico umbro. Facciata a capanna; portale in pietra con architrave poggiante su mensole e la data 1512.
Importantissimi  gli affreschi di Francesco da Lugnano del 1534 come: l’ Incoronazione della Vergine tra angeli e Santi nell’abside  (una riproposizione dell’Incoronazione della Vergine opera del Lippi alla cattedrale di Spoleto);  la Madonna Annunziata,  l’Arcangelo Gabriele, San Michele che pesa le anime, nella fronte dell’arco e  i Santi Sebastiano e Rocco nella parete laterale del presbiterio. Altri dipinti che adornano gli altari laterali sono di “scuola umbra” vicini alla mano di Perino Cesarei. Di buona fattura anche gli stucchi del XVIII secolo che ornano i due altari di destra. Il pavimento della chiesa e’ in pietra. Il recupero dei piccoli centri storici sono una ricchezza in questa parte dell’Umbria, colpita da sempre da eventi sismici ma anche dal degrado e abbandono, frutto di chi dovrebbe tutelare questi beni storici, artistici del territorio. Gabbio e’ tornato a rivivere grazie ad una attenta riqualificazione e sostenibilità, non solo da parte del privato ma anche da enti come l’ amministrazione comunale  che nel corso degli anni esattamente 1980 fino a oggi e’ intervenuto per la riqualificazione di questa area con progetti realizzati e servizi volti a stimolare investimenti.  Questa parte del territorio del comune di Ferentillo, dove e’ ubicato il piccolo centro a quota m.429 slm e’ una risorsa che va valorizzata e sostenuta con progetti credibili e investimenti ambiziosi.
Insomma, sabato sarà un momento non solo per trascorrere una giornata di socialità ma anche di riflessione sulle emergenze  culturali e tradizioni popolari legate alla fede da salvaguardare in uno dei luoghi più suggestivi della Valnerina.
Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.