Salvador Sobral questa sera a Scheggino: “Sono un cantante portoghese ma vero e trasparente come Chet Baker”

TERNI – “La voce della Terra”, rassegna giunta alla terza edizione. Pensata dall’associazione Visioninmusica presieduta da Silvia Alunni, “La voce della Terra” si articola in tre concerti a Scheggino e a Spoleto. Si comincia questa sera a Scheggino (piazza Carlo Urbani) con Salvador Sobral con “Bpm”. Sobral è un autentico talento portoghese che, pur giovane, ha già al suo attivo numerose esperienze e una solida formazione jazz. Con lui parliamo dei suoi punti di riferimento musicali e della sua arte di cantautore. Dopo una pausa che lo ha costretto a un lungo periodo di sofferenza a causa di un malfunzionamento cardiaco, Salvador Sobral è stato sottoposto a un trapianto di cuore e ora è tornato a vivere, a cantare e a… sognare.

Il jazz in genere ha una forte connotazione ritmica. Tra ritmo e melodia cosa sceglierebbe?

“E’ come dire: cosa sceglieresti, bere o mangiare? Sono entrambi indispensabili, però credo che il ritmo venga prima. Tutto comincia con il ritmo, la melodia viene dopo”.

 

Il suo timbro vocale ricorda quello di Caetano Veloso. Cosa stringe la vostra amicizia oltre questa affinità?

 

“Caetano ha un’influenza grandissima su di me, ma Caetano è un essere superiore. Quando facevo la doccia, pensavo al momento in cui avrei parlato con lui. L’ho fatto per tutta la mia vita, poi quando l’ho conosciuto veramente, non ho detto niente di quello che avevo pensato sotto la doccia. Ma è stato più facile perché lui è super, lui è delicato e ha demistificato tutta l’idealizzazione che mi ero costruito. In una parola ho scoperto oltre la sua arte, la sua umanità”.

 

Altra sua icona di riferimento è Chet Baker. Cosa le ha insegnato l’ascolto di Chet Baker?

“Credo che mi abbia insegnato l’onestà e la verità nella musica. Quando sento la sua musica, sento verità e onestà. Ogni volta che faccio la mia musica cerco di attenermi a queste due peculiarità. Lui è trasparente”.

 

Tra fado, bossanova, jazz ballads, swing: c’è un ambito musicale che preferisce?

“Preferisco l’ambito della musica buona. Sia l’East Coast della musica americana degli anni Novanta che Bach”.

Proviamo a cambiare la domanda ma non il senso. Tra Norah Jones e Maria Joao chi sceglierebbe?

 

“Maria Joao centomila volte, lei è libera e tutto è possibile quando lei è sul palco. Tutto è legittimo sul palco; gridare, persino ruttare. Mi diceva: devi sentirti libero e lei lo è, lei mi ha insegnato tanto.

 

Si sente più un crooner o un cantante portoghese?

 

Cantante portoghese, anche se preferirei musicista portoghese.

 

Lei è molto amato dai giovani. Quale responsabilità sente di avere nei loro confronti?

“Assolutamente nessuna responsabilità, perché io canto ed è questa la missione nella mia vita. A volte ispiro la gente che mi ascolta, a volta la indigno. A me piace portare lo spettro delle emozioni umane possibili. Mi piace suscitare tutti i tipi di emozioni possibili”.

 

Lei ha sofferto molto, ora ha un cuore nuovo. Cosa è cambiato con un organo nuovo nel suo corpo?

“Mi piacerebbe dirle che adesso vivo più intensamente, ma credo che io abbia sempre vissuto intensamente sin da quando ero piccolissimo, quando ad esempio, a quattro anni, mi innamoravo delle bambine. Certo, quando sono uscito dall’ospedale, mi dicevo: che bello vivere! Non mi arrabbiavo più con le cose mondane come il traffico, però come mi sono adattato alla malattia, mi sono anche adattato alla salute ed ora sono una persona normale”.

 

 

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