Sciopero globale per il clima, scende in piazza il Movimento Friday for Future

PERUGIA – Venerdì 25 marzo è una bella giornata. C’è un gran sole che sa di primavera e mette di buonumore. Questo sole però, bello per tutti non è, anzi, a pensarci bene, non lo è proprio per nessuno, perché il sole splendente di oggi indica l’ennesimo giorno senza una goccia d’acqua da ormai un mese e mezzo.

Siccità, cambiamenti, climatici, mobilità e fonti rinnovabili sono solo alcuni dei temi su cui si è concentrata l’attenzione durante lo sciopero globale per il clima, evento globale promosso dal Movimento Friday for Future svoltosi anche a Perugia .

Il movimento, sceso in piazza accanto ad altre realtà del territorio come Legambiente Perugia, Comitato Zero Waste o l’Osservatorio BorgoGiglione, ha stilato un manifesto congiunto per sottolineare a gran voce l’urgenza di mettere in campo azioni volte a contrastare la crisi climatica e far sì che la transizione energetica ed ecologica non rimanga solo una bella parola con la quale pulirsi la coscienza attraverso inutili e spesso dannosi atti di greenwashing.

“Si continua a parlare da anni della crisi climatica e della necessità di agire nell’immediato” si legge nel manifesto –  “eppure le agende politiche continuano a spostare sempre più in là la deadline degli impegni che hanno assunto. […] Mentre il cambiamento climatico continua la sua inarrestabile corsa e il limite di 1,5º è sempre più vicino, in Italia abbiamo passato le ultime settimane a parlare di investimenti sulle centrali a gas, di energia nucleare pulita e tutto questo sulla scorta della proposta dell’Unione Europea di inserire il gas fossile e il nucleare all’interno della tassonomia verde, e cioè quel sistema di classificazione che stabilisce un elenco di attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale.”

Cosa sta succedendo è fin troppo chiaro: “Invece di premere l’acceleratore nel senso della transizione energetica di cui tanto si parla, continuiamo a fare passi in avanti nella direzione sbagliata che ci avvicina inesorabilmente a superare la soglia degli 1,5º e a perdere, per sempre, interi ecosistemi.

Vedete questa bella giornata? – chiede uno degli oratori –  Be per noi agricoltori questa è tutt’altro che una bella giornata. Non piove da un mese e mezzo e si prevede che non pioverà per un altro mese. Il nostro paese è attraversato da un’enorme crisi idrica  che provocherà un evidente danno alle colture ed è già in atto. In alcuni casi l’azzeramento delle stesse produzioni. Si rischia come l’anno scorso di avere cinque o sei mesi tra primavera e estate senza una goccia di pioggia che quindi compromette i raccolti degli agricoltori, in particolare di quelli biologici.

Su queste tematiche noi cerchiamo di fare qualcosa ovviamente, stiamo premendo sulle associazioni agricole, Confagricoltura, Coldiretti, che su queste tematiche si muovono ma molto molto debolmente e soprattutto con la regione. Per l’assessore all’agricoltura di questa giunta regionale la parola d’ordine è “agricoltura come business” .

Per noi è tutta un’altra cosa, l’agricoltura come sopravvivenza degli agricoltori e soprattutto sopravvivenza di un terreno sano e fertile. Su questo stiamo organizzando un’iniziativa con l’università di agraria per parlare della connessione tra agricoltura, sistema agricolo alimentare e cambiamento climatico. L’attuale sistema agricolo inquina per il 30% delle emissioni della CO2 e questo non viene sottolineato abbastanza”.

 

Con l’hashtag #PeopleNotProfit si richiede quindi un cambio di paradigma e azioni concrete da parte dei leader di tutto il mondo, a partire anche dai risarcimenti per le popolazioni più colpite dai disastri naturali, contro le azioni dei governi che mettono davanti i profitti lasciando indietro persone e ambiente.

Noi chiediamo il riconoscimento dell’ambiente e del territorio come bene comune quindi responsabilità di ciascuno e di tutti e allo stesso tempo fonte di lavoro buono, cibo sano e benessere per la comunità. La libertà di impresa per qualche privilegiato e la legge del profitto non devono mettere a repentaglio la salute dei cittadini.” afferma uno degli oratori della giornata

 

Per quanto riguarda l’Umbria, regione con un numero di veicoli pro capite tra i più alti in Italia, l’attenzione è stata posta in particolar modo sulla questione della mobilità e su un sistema di trasporti inaccessibile sia dal punto di vista economico sia da un punto di vista logistico. Una regione sempre più auto-centrica dove la politica, anziché investire su infrastrutture favorenti la mobilità sostenibile, risponde colando cemento, costruendo strade a scorrimento veloce, parcheggi e centri commerciali nelle periferie sempre più urbanizzate ma distaccate tra loro.

Di certo non la regione che chiedono i ragazzi e le ragazze del Movimento: “ una regione che non ci uccida ogni giorno dal punto di vista ambientale, in cui non ci sono discariche come nel 2020 dove   5 su 6 di quelle studiate dall’Arpa avvelenavano le falde acquifere. Una regione dove non ci siano 3 roghi nel giro di un mese in depositi di stoccaggio e rifiuti. Una regione ecosostenibile, che sia veramente il cuore pulsante e verde d’Italia”.

Francesca Verdesca Zain

 

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