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Spina si prepara al corteo storico del 28 e 29 giugno con la riscoperta di Golino

PERUGIA – Spina si prepara al corteo storico 2025 in programma il 28 e il 29 giugno. E dopo Polimante l’illustre cittadino di Spina, pregiato artigiano del legno e testimone del tredicesimo secolo, ecco la riscoperta del 1400 e di Golino, il Conservatore della Pace. Ieri nella piazzetta antistante la storica chiesa, il dottor Arturo Maria Maiorca ha illustrato la figura di Golino Di Niccolò della Spina, vissuto verso la fine del XIV secolo, che fu nominato Conservatore della Pace, ovvero una sorta di magistrato straordinario impegnato a mantenere la pace e l’ordine nel contado. La rievocazione 2025 sarà incentrata su questa figura. L’evento è organizzato in collaborazione con il Magnifico rione di Porta Eburnea di Perugia. Alla presentazione condotta da Claudio Puccetti, sono intervenuti il sindaco di Marsciano Michele Moretti, l’assessore comunale alla cultura Michele Capoccia, il regista Andrea Soldani, la dottoressa Liana Francisci.

 

 

Ed ecco quanto il dottor Arturo Maria Maiorca è riuscito a dedurre dalle ricerche sulla controversa figura di Golino. “Quello che risulta interessante di Golino è innanzitutto che dalle poche notizie che ci sono, per esempio non si ha la data di nascita che ho ipotizzato essere tra il 1350 e il 1360 per via del primo atto pubblico che vede interessato Golino. E’ un atto di espulsione dalla città nel 1378. Però prima di arrivare a quel punto è necessario, guardare anche alla storia della Perugia della seconda metà del 1300. Perché senza questa base è impossibile capire anche Golino. La situazione di Perugia è che dopo il 1350 è in un continuo stato di lotta contro lo Stato della Chiesa, in maniera particolare contro l’azione dei vari legati pontifici, soprattutto quello più importante, Egidio Albornoz, perché c’è un tentativo del Papa, che si trova in quel momento ad Avignone, di ristabilire un ordine in Italia Centrale, in modo tale da poter poi tornare successivamente a Roma. Per fare ciò si scontra contro vari signori locali e contro diversi comuni, tra questi anche Perugia, che in un primo momento risulta appunto sconfitta. Nel 1370 c’è un trattato di pace e in questo trattato si stabilisce che a Perugia non governano più i priori o i consoli, ma un legato pontificio. Il primo è il cardinale di Gerusalemme, che però appunto muore dopo qualche mese, viene sostituito dal cardinale di Burge e arriva dopo questo un nipote del Papa Gregorio XI: arriva Gerard de Puy, l’abate di cui ci sono anche i resti della Rocca a Perugia, nella zona del borgo di di Sant’Antonio, dopo Porta Pesa. L’azione però di questo legato è un po’ invisa ai perugini, perché c’è una forte tassazione, vengono eliminate tutte le magistrature che erano tipiche del Comune e soprattutto vengono istituiti vari organi, anche comunali, dei francesi e quindi tutto questo non viene accettato, tant’è che nel 1375 c’è una rivolta: il 7 dicembre 1375, i perugini si rivoltano, costringono l’abate a rifugiarsi nella Rocca e buona parte dei soldati è costretta a rifugiarsi nel palazzo dei Priori, dove erano controllati da Gomez Albornoz, che era il nipote del cardinale Albornoz. E per un mese i perugini tengono sotto assedio il legato che nel gennaio 1376, arriva a una pace con con i perugini che gli permettono di andarsene dalla città, però lasciando tutti i beni nella Rocca. E questo è un punto importante che nel 1376 c’è il primo governo, potremmo dire di unità di Perugia, perché governano entrambe le fazioni che fino a quel momento si stavano scontrando, i Raspanti, ovvero i popolari e i Beccherini, che erano invece non solo i nobili, ma anche tutta quella parte di popolo che stava dalla parte dei nobili. Tra questi troviamo anche Golino. Perché di Golino si è accertata una situazione economica anche abbastanza documentata e che fa capire come in realtà Golino appartenga non proprio alla nobiltà cittadina, ma comunque a un centro di benestanti possidenti terrieri, potremmo definire quasi, diciamo, degli aristocratici del contado: Golino aveva due case a Ppina, una terza che viene acquistata nel 1389 e poi nel 1399 vengono acquistati dei terreni, però non si viene specificato dove nelle pertinenze del castello e inoltre aveva una casa a Perugia nella zona di Porta San Pietro, quindi comunque aveva 5 case più dei terreni, quindi comunque una persona e una famiglia, perché poi anche i fratelli ne avevano delle parti, potremmo dire benestanti. E probabilmente Golino partecipa alla vita politica. Partecipa alla rivolta e molto probabilmente inizia a partecipare anche al governo. Però questa partecipazione vede appunto una ripresa anche degli scontri tra fazioni, che nel 1378, dopo una congiura, vede i popolari cacciare dalla città buona parte dei nobili. Tra questi troviamo anche Golino, quindi potremmo dire che appunto afferisce alla parte dei Beccherini e Golino viene cacciato dalla città. E confinato a Sarteano, insieme ad Agnorello di Spina che nei catasti probabilmente è un parente. Forse è stato ipotizzato uno zio. E Golino però è atipico. Perché tendenzialmente il bandito dalla città difficilmente rimaneva nel luogo di detenzione, si dava alla macchia, si organizzava con gli altri fuoriusciti e iniziava a devastare il contado e a muovere guerra contro il comune. Golino e Agnorello in questo caso no, restano confinati e nella loro condizione di confinati devono appunto rimanere a Sarteano e ogni sei mesi – ma poi il periodo era variabile – un magistrato perugino si recava nel luogo a controllare che questi appunto risiedessero là. E Golino, appunto, accetta la pena e resta lì confinato. Un anno dopo, però, il comune decide che Sarteano è un po’ troppo vicino e quindi separa Golino e Agnorello, mandandolo uno a Pescia e l’altro a Orbetello. E qua, fino al 1380, appunto, è attestata la loro presenza. Da questo momento, però anche i magistrati perugini hanno della difficoltà nel combattere i fuoriusciti, quindi anche a controllare quelli che si trovano fuori. E inizia un dibattito all’interno del comune sul far rientrare molti di questi fuoriusciti, dibattito che poi diventa centrale soprattutto nel 1383 quando viene scoperta una congiura. In questo caso però, non di nobili, ma di altri esponenti del popolo, in particolare la famiglia Michelotti, che in una congiura che poi è alquanto strana perché delle fonti si trova poco ma è molto documentata dal Bellini, avevano macchinato insieme ai Baglioni fuoriusciti per concedere la città all’antipapa di Avignone. E quindi il comune è costretto a bandire, a cacciare i Michelotti che in quel momento erano la famiglia più importante del comune. Addirittura in quel periodo sono costretti a cacciarli e quindi devono in qualche modo trovare nuovi alleati, quindi si fa una grazia, un’amnistia e si fanno rientrare molti dei fuoriusciti. Tant’è che Golino, appunto, nel 1384 rientra a Perugia. E in questo momento probabilmente inizia un avvicinamento di Golino alla parte popolare. Poi c’è un buco in questo caso nella storia di di Golino, perché non si sa esattamente che cosa abbia fatto in questo momento e perché non ci sono incarichi pubblici, non ci sono altre notizie, quindi. probabilmente può anche essersi dedicato solamente alla cura dei propri beni, ma vista appunto il suo interesse per la politica, data proprio anche quella espulsione è un po’ difficile da credere che non si sia interessato alla politica. Quando vengono cacciati i Popolari, tornano i nobili con Pandolfo Baglioni per qualche anno, ma nel 1389 tornano i Baglioni in città e instaurano una sorta di Signoria, ma nel 1392-93 ritornano a poteri popolari, aiutati anche dal Pontefice Bonifacio IX. E che permette appunto una pacificazione nelle sue intenzioni. Ma in realtà appena tornano i Popolari in città, i perugini riprendono ad ammazzarsi, i Popolari riprendono il potere e in questo caso abbiamo nuove notizie. Infatti nel 1393 Golino è nominato capitano e custode del Contado e si doveva occupare della zona tra Spina, Pila, San Martino in Colle, quindi questa parte del Contado ed era un capitano di tipo militare, cioè aveva a suo servizio dei soldati stipendiati dal comune, e il numero lo sceglieva il capitano e in pratica dovevano difendere queste zone dall’attacco dei nemici del comune, quindi sia magari da Todi, sia dai fuoriusciti che si trovavano in quel momento e dall’esercito del Papa perché con Giorgio Michelotti dal 1393 al 1398 era fisso lo scontro tra Perugia e il Pontefice Bonifacio IX, visto che appunto Golino probabilmente svolge in maniera positiva questo suo incarico, nel 1394 viene nominato Conservatore della pace e della libertà, che è una carica che oggi potremmo assimilare al giudice di pace. Ma all’epoca si occupava principalmente di controllare i personaggi banditi e confinati dal comune, quindi quello che era stato una volta Golino, quindi confinato, adesso lui era il magistrato che doveva controllare sui fuoriusciti e aveva delle competenze sul territorio che controllava per cause di tipo, potremmo dire civili, quindi spostamento di confini o delle liti tra vicini, che doveva poi essere inviata comunque ai magistrati a Perugia. E questa magistratura viene rinnovata. Golino non in periodi consecutivi, ma tra il 1394 e il 1397 altre due volte, viene incaricato di nuovo. È nominato conservatore e della libertà e della pace e inoltre nel 1397 ha una nomina a capitano generale e il suo compito era quello di controllare lo stato di conservazione delle rocche dei castelli del Comune di Perugia, quindi doveva fare il giro nel contado. Controllare come stavano i castelli e fare una relazione al comune per poter poi anche magari iniziare i lavori di ammodernamento e di restauro e ricostruire laddove fossero stati distrutti. Inoltre poi nel 1399, quindi morto Giorgio Michelotti, è tra i vari magistrati che concordano la pace con Bonifacio IX quindi con il Pontefice, ma al contempo è anche tra i magistrati che iniziano a trattare con Gian Galezzo Visconti e il duca di Milano il passaggio di Perugia sotto la Signoria del Visconti, che poi verrà il 28 gennaio del 1400 fino poi al 1403, dopo la morte del visconte, appunto nel 1403, Perugia tratta nuovamente con il Pontefice per avere appunto una pace. Anche in questo caso, tra i magistrati c’è nuovamente Golino.

 

 

Da questo momento non si hanno altre notizie su Golino, quindi non si sa esattamente quale ruolo abbia svolto nella Perugia invece angioina, ma neanche nella Perugia di Braccio Fortebraccio, in quanto Golino presumibilmente questo dai catasti viene riportata la morte all’incirca nel 1421, quindi tre anni prima di Braccio. Non ha eredi, tutti beni passano al fratello Tommaso, che comunque era cointestatario della maggior parte delle proprietà. Però, appunto, non si sa esattamente cosa abbia fatto durante il governo di Braccio Fortebraccio, e poteva essere interessante saperlo, perché comunque Golino è un personaggio particolare. È un esempio comunque anche di trasformismo, perché passa da essere Beccherino a diventare Raspante.

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