Spoleto 1962: ecco il video che annuncia il quinto volume sulla storia del Festival

SPOLETO – Potremmo dire, fresco di stampa, ecco che si avvicina la presentazione di  “Spoleto 1962. Il quinto Festival dei Due Mondi” alla quale parteciperanno gli autori del volume e la direttrice artistica del Festival dei Due Mondi, Monique Veaute, dal momento che l’iniziativa è inserita tra gli eventi speciali del Festival dei Due Mondi nel format “Coltivare la memoria”. Qui vi proponiamo un video davvero speciale che è stato preparato per l’occasione, con immagini che ci fanno rivivere l’atmosfera di quel Festival del 1962, storico per molti versi a prescindere dalla data.

 

Il quinto volume verrà presentato giovedì 30 giugno alle ore 15 nella sede della Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto, Largo Ermini.

Il volume

“Spoleto 1962, il quinto Festival dei Due Mondi. Sculture nella città, una Fondazione italiana, diplomazia e politica si articola in sei capitoli: Festival dei Due Mondi 1962. Protagonisti e spettacoli di Moreno Cerquetelli;  Spoleto ’62 raccontato dal NY Times e dalla stampa straniera di Marco Rambaldi; Spoleto 1962, la città e il Festival di Antonella Cristina Manni; Sculture nella città di Marco Tonelli; La diplomazia del Festival di Maurizio Zinni; Il Festival del 1962 nei documenti della Sezione di Archivio di Stato di Spoleto di Paolo Bianchi. 

Il quinto Festival dei Due Mondi segna per la manifestazione un momento di ulteriore svolta sia a livello organizzativo che artistico e Spoleto con  Sculture nella città a cura di Giovanni Carandente. “La città – scrivevano Alessandro Morichelli e Giovanni Toscano – accoglie opere di 53 scultori di tutto il mondo, dieci dei quali avevano potuto realizzarne alcune di grande mole grazie alla piena disponibilità dell’Italsider e dei lavoratori degli stabilimenti di Bagnoli, Voltri, Genova-Cornigliano, Savona e Piombino. A Spoleto è stato così possibile ammirare il ‘Teodelapio’ di Alexander Calder ‘la più grande scultura d’acciaio esistente nel mondo’, nota nel numero di agosto del 1962, la ‘Rivista Italsider’, la ‘Spoleto 1962’ di Nino Franchina, il ‘Volo di Icaro’ di Beverly Pepper, ‘Le figure alate’ di Lynn Chadwick e la scultura-giocattolo del giapponese Isamu Noguchi in cemento colorato. Queste cinque sculture sono rimaste a Spoleto e possono essere ‘visitate’, rispettivamente, nel piazzale della Stazione, in Piazza del Comune, al quadrivio sud della S.S. Flaminia, in cima alla Via del Duomo e nel giardino di Viale Matteotti”. Oltre a queste cinque opere,  altre due sono state ricollocate di recente nella loro sede originaria:  la “Colonna del viaggiatore” di Arnaldo Pomodoro, riportata a Largo Melvin Jones, e “Colloquio spoletino” di Pietro Consagra, riposizionata  sulle scale di Via Salara Vecchia. Per il resto, tra entusiasmo, polemiche e dibattiti, la maggior parte delle opere esposte sono state rimosse e hanno preso altre strade già a pochi mesi dalla conclusione della manifestazione del 1962. La risonanza che ebbe l’evento espositivo a livello nazionale ed internazionale, si misura, oltre che dalla sostanziosa rassegna stampa che lo riguarda, anche dal carteggio conservato nella Sezione dell’Archivio di Stato di Spoleto in cui compaiono richieste di materiale riguardante l’iniziativa ed anche lettere inedite di artisti che a quella mostra parteciparono con le loro opere. Nell’edizione del 1962, inoltre, la città si attrezza per adeguare vecchi e nuovi spazi teatrali: alla impossibilità di utilizzare ancora il Teatro Romano si pone rimedio allestendo per la prima volta un teatro-tenda da 400 posti nella piazza accanto alla chiesa di San Filippo Neri e, mentre si registrano dati sempre più incoraggianti per il turismo, con il decisivo apporto di Luigi Antonini, si ratifica la nascita della Fondazione Festival dei Due Mondi per dare stabilità finanziaria alla manifestazione.  L’intreccio tra manifestazione artistica e diplomazia politica, nel primo lustro del Festival dei Due Mondi, viene  approfondito in un saggio del prof. Maurizio Zinni (Università La Sapienza, Roma), il significato della mostra “Sculture nella città” in una prospettiva storico-artistica è il tema dell’intervento affidato a Marco Tonelli, direttore della Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto.

 

 

 

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