La registrazione di questa sua ultima avventura avviene in un luogo a lui molto caro, il Mulino di Pavana, sull’Appenino, dove Guccini ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza. Un luogo fisico dunque, ma anche fortemente simbolico, un luogo magico in cui Guccini ritrova il calore, gli affetti e i legami di un tempo. Il Mulino è stato per lui il luogo delle scoperte e della formazione, il microcosmo dal quale ha potuto attingere il materiale per le sue canzoni e i suoi libri. Per quattro settimane Guccini con i suoi musicisti, all’interno del mulino dei nonni, con il sottofondo del suono del fiume Limentra, canta e registra le sue ultime canzoni. Per la prima volta si vive insieme un’esperienza di convivenza e partecipazione: si lavora, si scherza, si mangia e si brinda.
Ogni tanto vecchi amici, come Luciano Ligabue e Leonardo Pieraccioni, vengono a trovarlo. Lo stile del racconto del film rimanda all’atmosfera e al concept del disco, restituendo – nelle immagini, nelle parole e nella musica – la scelta di Francesco di eseguire le sue nuove canzoni in un ambiente a lui familiare, in un paesaggio naturale e al tempo stesso potente come l’Appennino, in una atmosfera unica e irripetibile. La regia è di Francesco Conversano, Nene Grignaffini.