Sulle tracce di Pierdonato Cesi, cardinale di un’illustre stirpe di mecenati

NARNI – Stavolta ci addentriamo nella storia di una casata importantissima per la storia dell’Umbria e soprattutto per il Ternano. Il cognome è quello dei Cesi, celebrato soprattutto per la figura di Federico il Mecenate e l’Accademia dei Lincei. Ma non meno sono importanti uomini e donne illustri della nobil casata. Alla folta schiera di Narnesi che tra il 1400 ed il 1600 fanno la storia d’Italia, non si puo’ non annoverare uno dei cinque  cardinali  della famiglia Cesi. Famiglia legata per ramo materno alla nipote di Erasmo da Narni, sale ai vertici della Roma del potere  dei Papi. Parleremo di Pierdonato Cesi Seniore, distinguendolo da un altro cardinale Cesi che verrà dopo e prenderà il nome di Pierdonato Cesi Juniore.
Varie lapidi poste sul palazzo Comunale di Narni , anche se sbiadite, ricordano i Cardinali Cesi a cittadini distratti, in memoria della nostra storia.
Pierdonato Cesi nacque dall’unione tra Venanzio Chiappino e Filippa Uffreduzzi.  Terminati gli studi, a Roma venne accolto dal  cugino di suo padre, il cardinale Federico Cesi. Nel concistoro del 25 giugno 1546 fu nominato vescovo di Narni. Nel febbraio 1547 giunse a Trento per prendere parte al concilio in qualità di Vescovo di Narni. Si distinse nell’amministrazione dello Stato pontificio sotto Paolo IV con la nomina a presidente di Romagna, avvenuta nel  1556. I due anni e mezzo del suo governo vengono ricordati dagli storici locali per le iniziative prese nel campo dei lavori pubblici, specialmente a Ravenna, ove fece eseguire il dragaggio del fossato, allora fonte di epidemie, nonché il restauro e l’abbellimento di alcuni edifici. La gratitudine che egli lasciò del suo operato è testimoniata da due lapidi a Faenza ed a Ravenna. Pio IV,  divenuto pontefice il 25 dicembre successivo, nell’aprile del 1560 nominava il cardinal nipote Carlo Borromeo legato a Bologna, affiancandogli il Cardinale Cesi  nella carica di vicelegato. A Bologna il Cesi vista l’assenza del Borromeo assunse in pratica pieni poteri e realizzo’ grandi opere architettoniche a partire dall’ampliamento di San Petronio, la costruzione dell’Archiginnasio, nel 1563.
Stemma del cardinale Cesi
A Bologna la vulgata afferma infatti che : “San Petronio doveva diventare la Chiesa più grande del mondo, più grande di San Pietro a Roma, ma il Papa non lo ha permesso”. Tutto questo accade quando il Papa  Pio IV e il suo legato Carlo Borromeo e il vice legato Cardinale Cesi fecero costruire lì  l’Archiginnasio, nel 1563, non lo fecero “contro”   San Petronio, ma eventualmente contro la indipendenza della Università che così definitivamente era assoggettata  alla pubblica autorità. Questo pero’ comporto che il faraonico progetto del duomo di Bologna di Arduino Arriguzzi per il completamento delle basilica di San Petronio, fu fortemente ridimensionato per non competere con san Pietro a Roma. Il suo nome rimane legato alla storia di Bologna soprattutto per le grandiose opere di edilizia, di urbanismo e di decoro artistico che egli promosse durante il suo governo. La creazione della fontana del Nettuno con la celebre statua del Giambologna e la sistemazione dell’omonima piazza, l’abbellimento del palazzo del Governo, stemma Cesi  sulla fontana del Nettuno, Fontana Vecchia e Piazza del Nettuno voluta dal papa Pio IV all’interno di una serie di interventi urbanistici di riqualificazione della città, la fontana del Nettuno fu eseguita dall’architetto e pittore siciliano Tommaso Laureti che nello stesso periodo (1563) riportò l’acqua in piazza Maggiore e realizzò la Fontana Vecchia, addossata al Palazzo comunale e prospiciente l’attuale via Ugo Bassi.
La fontana, di forma piramidale, è dedicata al dio del mare Nettuno, nella intenzione del committente – il vicelegato Pier Donato Cesi – simbolo del buongoverno del pontefice. Le statue in bronzo furono affidate allo scultore fiammingo Jean Boulogne, che le eseguì entro il 1564. Altre opere:
L’innalzamento delle facciate del palazzo dei Banchi e dell’ospedale della Morte, il raggruppamento delle macellerie in tre apposite strutture edilizie e l’apertura di una strada, nota più tardi come via Urbana, sono testimonianza, oltre che di un non comune spirito d’iniziativa, della passione per le belle architetture e di quel fine gusto artistico che compaiono, anche successivamente, come tratti caratterizzanti della personalità del Cesi. Dal libro di  Viziani “Diece libri delle historie per la sua patria”.
L’opera, di maggior rilievo, da lui ideata e portata a compimento, fu la costruzione del maestoso fabbricato delle Scuole Nuove, noto come l’Archiginnasio, la nuova sede dell’università, opera dell’architetto Antonio Terribilia, fu solennemente inaugurata il 21 ott. 1563. Il nostro Cardinale non si limitò solo alle strutture edilizie , ma chiamò anche insegnanti di grande prestigio a Bologna, rilanciando il primato di questa grande università vanto di tutta l’Italia. Per volere del Cardinale Cesi , un altro narnese Erulo Eroli diviene Vescovo di Bologna , come ricorda la lapide nel duomo di Narni. Pierdonato Cesi Come Vescovo di Narni dal 25 giugno 1546 al 12 luglio 1566 , resta famoso per avere voluto ricostruire le mura cittadine dopo il sacco dei Lanzichenecchi del 1527. E ci fermiamo qui. Un preambolo a quello che sarà il prossimo sul Linceo.

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