PERUGIA – Con 58 eventi in due mesi, abbracciando 24 comuni, l’Umbria si è trasformata ancora in un palcoscenico a cielo aperto. Merito della nona edizione di Suoni Controvento, il festival di arti performative che da luglio a settembre ha unito musica, spettacoli, letteratura e riflessioni in un dialogo armonioso con la natura e il patrimonio culturale della regione. L’edizione 2025 si conferma un successo, consolidando la formula vincente del festival: unire la qualità artistica alla sostenibilità e alla valorizzazione del territorio.
Nel dettaglio: 35 concerti, 5 passeggiate letterarie, 9 escursioni, 4 panel (oltre agli appuntamenti artistici, il festival ha rafforzato il suo impegno sociale attraverso la collaborazione con Rai Umbria), 5 iniziative di animazioni e giochi per famiglie e bambini. In totale poi sono state circa 25mila le presenze, con 16mila biglietti venduti più il numerosissimo e caloroso pubblico che ha seguito anche i molti eventi gratuiti.
Suoni Controvento termina quindi il suo viaggio con grandi numeri, ma oltre alle cifre c’è un festival che è sempre più “il festival dell’Umbria”, per capacità di coinvolgimento dei territori, degli umbri e soprattutto dei tanti turisti che ormai scelgono le vacanze in Umbria organizzandole con il cartellone del festival.
Come da tradizione la stagione di Suoni Controvento si è chiusa domenica 7 settembre a Montefalco in mezzo a fantastici vigneti, questa volta con Nero a Metà e il suggestivo ed emozionante tributo al grande Pino Daniele. Prima, per tutta l’estate, sono andati in scena altri straordinari appuntamenti in giro per l’Umbria “per una avventura indescrivibile” commentano gli organizzatori Lucia Fiumi e Gianluca Liberali che poi aggiungono: “Abbiamo viaggiato in tanti luoghi fantastici dell’Umbria e ospitato artisti di grande livello e in ogni genere musicale, con eventi che hanno riscosso grandissimo successo di pubblico e con tanti turisti che hanno seguito il programma del festival costruendo le proprie vacanze seguendo il cartellone del festival”.
Il bilancio di questa nona edizione è pertanto estremamente positivo. Oltre alla partecipazione entusiasta del pubblico, anche il sostegno delle istituzioni e dei partner confermano che la formula di Suoni Controvento è vincente: “L’evento non è solo un festival, ma un vero e proprio modello di sviluppo territoriale sostenibile, che unisce la promozione turistica alla valorizzazione del patrimonio, offrendo un’esperienza culturale di alta qualità, profonda e rispettosa dell’ambiente”.
L’appuntamento è già per il 2026, anno del decennale, con l’obiettivo di fare un ulteriore passo avanti per consolidarsi come il festival di riferimento per l’intera Umbria: “Stiamo già lavorando alla nuova edizione, quella dei 10 anni. Suoni Controvento va quindi avanti perché è una esperienza che gratifica noi che l’abbiamo ideata ma crediamo che sia di grande valore soprattutto per l’intera regione”.
Si continua così a lavorare anche per il cambio di governance del festival, reso necessario dal livello raggiunto e per il coinvolgimento di tanti soggetti oltre che di tutto il territorio regionale. Obiettivo, rendere Suoni Controvento uno dei festival di riferimento a livello regionale “oltre che per il livello artistico, soprattutto per un discorso di promozione turistica visto che il festival fa scoprire dei luoghi sconosciuti con un approccio di ‘slow tourism’ che incoraggia i visitatori a vivere l’Umbria con lentezza e consapevolezza”.
Nato nei borghi del Monte Cucco, Suoni Controvento infatti ha continuato a espandersi, raggiungendo quest’anno un numero record di località coinvolte. Questa espansione non è solo geografica, ma anche tematica: il programma ha saputo spaziare dai grandi nomi della musica italiana e internazionale a talenti emergenti, contaminando generi e linguaggi. Le passeggiate letterarie, i trekking e le escursioni hanno offerto un modo autentico e sostenibile per scoprire il “Cuore verde d’Italia”, unendo la passione per la cultura alla riscoperta del paesaggio. I palcoscenici naturali e i luoghi insoliti, dalle cime montane ai borghi medievali, hanno esaltato ogni performance, rendendo ogni evento un’esperienza unica e irripetibile.
La sostenibilità, inoltre, si è confermata il pilastro centrale del festival. Suoni Controvento ha proseguito il suo percorso di certificazione. Dal prossimo anno, proprio per i 10 anni di vita, si potrà fregate di essere per l’Umbria il primo festival ecologico certificato ISO 20121 (norma standard di gestione per l’organizzazione sostenibile di eventi), per una sostenibilità ambientale, sociale ed economica.