Tullio Solenghi: "Venghi a Norcia sarà una serata pazzesca!"

NORCIA – “Una serata pazzesca”! direbbe il ragionier Ugo Fantozzi, aggiungendoci, magari, un esplicito invito colorito dai suoi proverbiali e improbabili congiuntivi: “venghi pure a vedere e poi mi dichi“.

A proporla Tullio Solenghi. Si tratta di una dedica appassionata e viscerale a ciò che Paolo Villaggio ha prodotto soprattutto dal punto di vista letterario da parte di chi lo ha non solo conosciuto ma profondamente ammirato.
“Una serata pazzesca” anche perché Tullio Solenghi salirà stasera, 14 settembre ore 21, nell’ambito della Stagione dello Stabile dell’Umbria, sul palco di piazza San Benedetto per regalare a Norcia un po’ di sollievo, di sorrisi per di più con ingresso gratuito. “Un gesto che può dare un segnale: si tenta di esorcizzare i momenti negativi con qualcosa di divertente e quindi ci tengo particolarmente a venire a Norcia per il dare il mio contributo in questo senso” ci ha raccontato nell’intervista che gli abbiamo fatto per Gruppo Corriere.

Lo spettacolo che ha ideato assieme a Sergio Maifredi, regista della messinscena, vede di fatto Solenghi “leggere” Villaggio del quale ha divorato le strabilianti narrazioni della saga fantozziana che per Solenghi rappresentano una vera e propria duratura folgorazione narrativa assieme ai suoi personaggi capaci di aver creato una commedia dell’arte contemporanea. Tra i pezzi forti che proporrà,  ‘La visita alla grotta di Postumia’ assieme al ragionier Filini e  ‘Al ristorante giapponese’ con la signorina Silvani. “Propongo anche un inedito – rivela Solenghi – che Villaggio scrisse per Il Secolo XIX che è ‘Fantozzi e il Ferragosto’; inoltre ci sono testi che Enrico Vaime e Umberto Simonetta hanno scritto per alcune sceneggiature di Villaggio per dare uno spaccato ampio e articolato del panorama culturale dentro il quale si muovevano personaggi letterari, cinematografici e televisivi negli anni Settanta”.

Solenghi torna più volte a sottolineare la genialità del Villaggio scrittore:  “E’, e rimarrà, nel nostro vocabolario e nell’uso quotidiano che ne facciamo. Basterebbe citare l’aggettivo ‘fantozziano’ e poi a seguire le iperboli, le figurazioni del tipo ‘salivazione azzerata’”.
A Solenghi piace particolarmente il contatto diretto con il pubblico, tanto che lo vediamo molto più a teatro che non in tv o al cinema, anche per fattori contingenti: “Sarebbe complicato dedicarmi ad altro, basti pensare che oltre a ‘Una serata pazzesca’ e alla ‘Lisistrata’ messa in scena quest’anno per la Stagione del teatro greco di Siracusa, proseguono le rappresentazione di ‘Tullio Solenghi e Massimo Lopez show’ che peraltro abbiamo portato anche ad Orvieto; è uno spettacolo che è arrivato al terzo anno e toccheremo le 330 repliche”.
La cronaca ci porta anche ad affrontare il film del momento, Il Re Leone, in cui nella prima versione Tullio Solenghi ha magistralmente dato la voce al cattivissimo e odiato Scar: “Quando feci il provino, per la Disney ero un perfetto sconosciuto ma venni scelto proprio per l’interpretazione che feci della canzone Sarò Re”.
Già: Sarò un re stimato, temuto ed amato. Nessuno è meglio di me! Affiliamo le zanne perché… sarò re!
Indimenticabile, Solenghi.

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