Turismo, commercio e servizi alla persona: il mercato del lavoro torna a tirare, ma permane il gap tra domanda e offerta

PERUGIA – Turismo, commercio e servizi alla persona, questi i settori in cui c’è più richiesta di lavoro, come evidenzia il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, su un campione di 5.425 imprese dei settori industria e servizi. Segnali incoraggianti, che fanno ben sperare per il futuro e per una reale ripresa, come spiega il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni che, tuttavia, segnala ancora un gap fra domanda e offerta.

Nel solo mese di agosto, la richiesta è di 3.230 lavoratori, 1.000 in più rispetto allo stesso mese del 2020 e 1.960 in più allungando lo sguardo fino a ottobre 2021 (rispetto allo stesso trimestre del 2019, considerato come riferimento di normalità).

Traina le ricerche di personale il comparto legato al turismo che nel mese di agosto “prevede di assumere – afferma il presidente Mencaroni – 840 figure, il commercio richiederà 380 figure, 350 il settore dei servizi alla persona.

Sembra dunque “tornare al lavoro” il settore “alloggio e ristorazione” e servizi turistici che a distanza di dodici mesi, ossia dal mese di agosto 2020 ad oggi prevedono di assumere il doppio del personale.

Ad agosto 2020, nell’anno della pandemia, il settore prevedeva appena 430 entrate al lavoro nel mese di agosto, il periodo vacanziero per eccellenza. Stabile invece il commercio (ad agosto 2020 le unità di personale richieste dalle imprese del comparto erano 320)”.

Nel trimestre agosto/ottobre le assunzioni previste dalle imprese saranno 14.530, in crescita rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno per 5.320 unità di personale. Nel trimestre di riferimento sarà il comparto dei servizi ad offrire lavoro, con 9.690 entrate previste, segue l’industria con 4.840 assunzioni.

“In questa fase di ripartenza – prosegue il presidente – le nostre imprese stanno investendo in tecnologie digitali tuttavia il gap domanda offerta continua a caratterizzare in maniera consistente il nostro mercato del lavoro”.

Non accenna infatti a diminuire il tema del “mismatch”: “La difficoltà di reperimento delle figure ricercate dalle imprese – prosegue – riguarda ben 42 casi su 100. Le aziende in Umbria continuano dunque ad avere difficoltà nel trovare i profili giusti. Nel mese corrente, nel 34 per cento dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 66% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Si concentreranno per il 65% nel settore dei servizi e per il 69% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

Il 13% delle assunzioni sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota come tradizionalmente per la nostra regione, inferiore alla media nazionale (15%). Solo l’8 delle richieste di lavoro si rivolgerà a personale laureato, il 67% delle assunzioni previste sarà infatti per personale con diploma superiore o con nessun titolo di studio specifico richiesto”.

Naighi

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