Ultimo round per gli sport post-lockdown a Terni: il sanda

TERNIÈ arrivata all’ultimo round la tripletta tutta al femminile dedicata alla ripartenza degli sport post-lockdown. In questa ultima puntata verrà preso in esame il sanda, uno sport da contatto conosciuto anche col nome di boxe cinese, dove sono permessi pugni, calci e proiezioni. A parlarcene Francesca Cabiati, ragazza ternana che pratica questa disciplina da circa due anni e alla quale ha aggiunto anche la pratica del kung fu, due arti marziali che praticate insieme permettono una visione di insieme e una migliore tecnica.

Francesca Cabiati

“In quarantena – spiega l’atleta – abbiamo usato una piattaforma online per rimanere in contatto dove il maestro ci mostrava l’allenamento e successivamente ci lasciava la scheda degli esercizi da svolgere a casa”.
Ovviamente il ritorno sul ring, come il ritorno al maneggio o in piscina o sul tatami, ha dovuto fare i conti con le restrizione. “Fino al 8 luglio gli sport da contatto non potevano essere svolti – continua Francesca Cabiati – e l’accademia ha organizzato una giornata di allenamento all’aperto, rispettando le norme di distanziamento sociale, dopodiché, considerando che ogni anno l’attività si conclude a fine giugno e tenendo conto della tipologia dello sport che richiede necessariamente un contatto, l’accademia ha deciso di riprendere gli allenamenti a settembre. Per ora manteniamo le modalità di allenamento svolte in quarantena. Per quanto riguarda le gare, quelle che avremmo dovuto effettuare, una a marzo e la coppa Italia a maggio, sono ancora sospese e non sappiamo quando e se saranno recuperate”.
Un’altra particolarità di questi sport post-lockdown va al vestiario. Alcune palestre infatti dalla riapertura prevedono di presentarsi in loco già con indosso la tuta, il karategi, il costume, la divisa da calcio, ma per il sanda come funziona?
“L’abbigliamento del sanda – risponde la ragazza – prevede l’uso dei guantoni, para tibie, corpetto e maschera. Solitamente chi non ha le proprie protezioni può usare quelle presenti in palestra e alla fine ovviamente vanno pulite. Per quanto riguarda gli abiti ci alleniamo a piedi nudi e portiamo le divise con maglia e pantaloncini. Non avendo ripreso l’attività non so dire quale sarà l’accessibilità agli spogliatoi e se potremmo continuare a usare l’attrezzatura fornita dalla palestra o solo le protezioni personali”.
Come emerge da questa esperienza la volontà degli atleti non demorde e il Coronavirus, pur avendo creato problemi a questa disciplina, non è riuscito a fermare la volontà e la passione riposta in questo sport di contatto. Ringraziamo Francesca Cabiati che si è prestata a rispondere alle nostre domande. Questa è stata la ripartenza del sanda, la speranza è che grazie alle parole delle tre ragazze che ci hanno accompagnati nel corso di queste tre settimane sia stato possibile fare un salto e comprendere meglio il mondo dello sport post-lockdown.

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