Umbria Jazz Winter brinda ai 30 anni, ma senza vino. Trentesima edizione dal 28 dicembre al 1° gennaio

ORVIETO – “Nacque trenta anni fa tra problemi economici di non poco conto, perché a Orvieto il problema più grande è quello degli spazi. UJW non è Perugia, non è l’arena con diecimila (in piedi) e cinquemila posti seduti. Orvieto ha il Mancinelli che al massimo può ospitare un pubblico di 500 persone”. Carlo Pagnotta usa al solito il suo spirito pragmatico e ancora oggi il suo cruccio più grande è relativo al reperimento delle risorse. Anche perché quest’anno – afferma senza mezzi termini – i costi sono lievitati di circa il 50 per cento se è vero che un volo da New Orleans da mille euro è finito a costare 1.850. Ma è il momento di festeggiare e festa sarà a Orvieto (dal 28 dicembre al !° gennaio) con un “un clima ritrovato – afferma Pagnotta – grazie anche al ritrovato Palazzo dei Sette che rappresenta un po’ i Giardini Carducci di Perugia con musica no stop fino a notte e con una rinnovata volontà di credere in UJW. Ci ha creduto Orvieto – come ha ricordato la sindaca Roberta Tardani – ci ha creduto la Regione – come ha sottolineato la presidente Donatella Tesei – che hanno concentrato le risorse per far vivere a orvietani e turisti un festival unico nel suo genere che si svolge in un periodo dell’anno molto particolare, le feste di fine anno. Quando fu pensato questo festival – aggiunge Pagnotta – pensammo ad un festival più ecumenico in fatto di jazz rispetto a Perugia, proprio per le caratteristiche della città, dove gli spazi limitati e il fatto che gli artisti dovevano venire appositamente magari dagli Usa, creavano quel clima magico in cui necessità diventava virtù: la necessità di un festival contenuto e la virtù di un jazz per appassionati e cultori. Poi nel tempo anche Orvieto ha sperimentato anche proposte più popolari, comunque sempre nei limiti dei 500 posti del Mancinelli. Insomma, Capodanno in Umbria vuol dire Orvieto e il ricordo va a quando Umbria Jazz festeggiava i primi venti anni e UJW muoveva i primi passi.

 

 

“Un festival molto atteso –  ha sottolineato in live streaming Donatella Tesei – con musica di qualità grazie soprattutto a Carlo Pagnotta che sceglie sempre il meglio”. E per festeggiare a Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto, è stata allestita una mostra con i 30 anni di manifesti che hanno accompagnato il festival. Da Pier Augusto Breccia a Livio Orazio Valentini artisti orvietani che hanno firmato alcuni dei manifesti, ai vari artisti internazionali che di anno in anno hanno colorato la città con le loro opere dedicate a UJW. Trenta anni passati con musica di qualità. La stessa che contribuirà a ricreare quel clima unico della città in musica di Orvieto durante Umbria Jazz Winter. Da Cècile McLorin Salvant e Fabrizio Bosso, dal ritorno di Francesco Cafiso che da Umbria Jazz mossero i primi passi verso il successo, da Luigi Viva con il progetto Viva De André con la partecipazione di Danilo Rea, ma soprattutto dal progetto originale della Umbria Jazz Orchestra, UJW riecheggerà anche oltreoceano – come ha ricordato la sindaca Tardani convinta del fatto che il festival contribuisce all’internazionalizzazione della città. Non ci sono dubbi che Cècile in sestetto con alcuni degli emergenti che oltreoceano sono molto apprezzati contribuirà al climax unico anche grazie al pianista Sullivan Fortner, al chitarrista Marvin Sewell e alla sassofonista Alexa Tarantino, così come interessante sarà seguire la Umbria Jazz Orchestra con Joe Lovano, diretta da Mike Gibbs su cui Pagnotta lascia la parola al direttore Manuele Morbidini: “È un progetto che abbiamo.
costruito con una particolare cura – afferma Morbidini – negli ultimi tempi e sarà centrato su una serie di omaggi: dal repertorio di Billie Holiday in primis, nonché, un ricordo di Carla Bley, attraverso alcune delle sue composizioni e anche di Wayne Shorter che sono mancati negli ultimi anni. La comunità del jazz li ricorda con le loro composizioni.
La Umbria Jazz Orchestra è nata nel 2017, ma in sei anni si è imposta all’attenzione generale quindi come un’iniziativa che ha facilitato una delle funzioni principali di un Festival di musica che oltre a presentare la musica migliore che c’è sulla scena, ha anche quella di produrne l’orchestra, uno dei dispositivi che utilizza il Festival per produrre musica e avere qualcosa che si può ascoltare solo qui, quindi quello che ci sarà a Orvieto è, oltre che grande musica, qualcosa che può essere ascoltato solo qui in questi giorni. E a suggellare i trenta anni di Umbria Jazz Winter contribuirà anche una iniziativa particolare, l’annullo filatelico disposto per l’occasione che avrà luogo giovedì 28 al teatro Mancinelli. Ma le feste ad Orvieto non sono finite perché un altro anniversario incombe: quello del Mancinelli che festeggia i trenta anni di attività con un concerto del musicista orvietano Filippo Bianchini oggi alle 16,30. Umbria Jazz Winter sarà inoltre celebrata anche dalle Guide del quotidiano La Repubblica con una versione digitale in inglese come ha annunciato il curatore Giuseppe Cerasa. Un’iniziativa di successo, quella della Guida, se è vero che quella di Repubblica dedicata a Umbria Jazz è stata la più venduta del 2023. Nel finale della conferenza di presentazione di Umbria Jazz Winter 2023-24 ancora Pagnotta che ha ringraziato tutto lo staff e che, in polemica con il distretto dei vini orvietani, che non ha fornito risorse al festival come sponsor ha detto che il vino quest’anno se lo porterà da casa.

La vis polemica di Pagnotta non poteva mancare, anche se lo stesso Pagnotta ha affermato che con i trenta anni di attività il festival orvietano riacquisirà quel clima unico e completo mancato negli ultimi anni e che ha lanciato Orvieto come una delle realtà festivaliere più apprezzate anche oltreoceano dove non fanno differenza tra il festival perugino e quello orvietano.

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