Umbriano: il castello che tutti vogliono tutelare in tempo di elezioni ma che da anni cade a pezzi

FERENTILLO – Da qualche giorno si sta assistendo a un botta e risposta tra la maggioranza e opposizione al Comune di Ferentillo con richiesta, (da parte della minoranza) nel consiglio comunale, sulla vicenda che riguarda l’antico castello di Umbriano, dopo una missiva inviata dal costruttore Struzzi, proprietario di alcuni, ormai, ruderi, chiedendo a che punto sono gli eventuali  piani di recupero.

Anche in Regione il consigliere cinque stelle De Luca ha presentato una interrogazione che ha avuto una risposta dall’assessore Paola Agabiti che ha evidenziato l’attenzione per il caso Umbriano e varie iniziative aperte per il suo recupero.  Insomma, a pochi  mesi dalle regionali, chi più chi meno, scende in Vallesuppegna (questo e’ il territorio dove si trova Umbriano) ora. E prima? In tutti questi anni? Bando alle chiacchiere e alle prese di posizione: i fatti ci dicono che Umbriano è destinato a scomparire per sempre per l’inettitudine di chi doveva e dovrebbe prodigarsi con diligenza per il suo recupero (Pnrr  permettendo). Il degrado incombe ormai da decenni. Furti a raffica alle strutture portanti con asportazione di pietre, architravi di porte e finestre, mensole scolpite di focolari e anche del portale della chiesa. La vegetazione incombe su tutto e di conseguenza l’antico castello  è destinato a  scomparire.

Si è parlato di acquisizioni, di progetti, destinazioni di fondi, ma …le chiacchiere stanno a zero: la torre si sgretola, le case crollano e tutti i simboli altomedievali sono scomparsi.

I ruderi di Umbriano sono raggiungibili tramite una mulattiera che si inerpica tra il bosco e gli ulivi. In una goletta, dove in primavera scende un limpido ruscello, vive un anfibio protetto, ossia il “rospo ululone”, (piccolo animaletto che ha destato attenzione da parte degli animalisti alcuni anni passati); mentre alcune insenature nella roccia testimoniano il passaggio di antichi insediamenti, forse i primitivi umbri.

Il primo nucleo potrebbe risalire al VII – VIII secolo, ma ufficialmente  la torre si fa risalire al IX secolo, durante il periodo dell’invasione saracena a controllo della sottostante Abbazia. La torre, che ancora svetta e’ a pianta quadrata con posterla. Sono evidenti due piccoli  bastioni uno quadrato e l’altro cilindrico. La torre faceva parte di un complesso sistema di comunicazione con altre nel territorio: Macenano, Terria, Matterella, Sant’Angelo versante Colleolivo, Monte San Vito, Borcino. Le abitazioni disposte a semicerchio sotto la torre versante valle, creano uno stretto borghetto attraversato dalla strada che discende verso il Nera per Precetto e, dall’altra attraverso il bosco per Macenano.

Fuori dall’abitato,  i ruderi della chiesa romanica con facciata a capanna, campaniletto a vela e portale architravato un tempo munito di  deliziose mensole oggi scompare per sempre; realizzata tutta in pietra, al suo interno, fino a qualche tempo fa, erano visibili frammenti di affresco raffigurante un San Sebastiano, San Rocco e una SS. Trinità nell’abside per lo stile  realizzato dalla mano di  un pittore vicino  a Giovanni Di Pietro spoletino detto Lo  Spagna. Qui, sono state profanate anche le botole sepolcrali. Le abitazioni  che si incontrano nello stretto borghetto, hanno tutte a piano terra o seminterrato stanze  voltate in pietra, un tempo cantine con vasche per pigiare l’uva, per raccogliere l’acqua o per rimettere gli animali. Ogni casa aveva  il suo focolare  realizzato in pietra, portali architravi in pietra, finestre e davanzali in pietra scolpite e comignoli assai elaborati oggi scomparsi. Questo tipo di architettura fa presagire la ricchezza e il prestigio del castello anche se prevalente la cultura contadina.

L’economia degli umbrianesi era basata prevalentemente sull’agricoltura ma anche commercio e allevamento pur pagando le decime ai monaci dell’abbazia proprietari dei terreni vicino al fiume. Vassalli della Abbazia era dato loro il compito di coltivare le terre della valle, svolgere la pesca, controllare il passaggio di merci da e per la Valdinarco. Nel XIII secolo però l’abate dell’Abbazia cede il castello, per avere più protezione, al comune di Spoleto. Successivamente nel 1250, tale possedimento viene confermato dal Cardinale Legato Raniero Capocci. Dal 1517 anche Umbriano segue le sorti di Ferentillo con i duchi Franceschetto, Lorenzo Cybo e successivamente Principe Alberico Cybo Malaspina, Alderano, Odoardo. Ultimo signore fu Luigi Desiderato di Montholon che ebbe il titolo di Principe di Umbriano e Precetto dal papa Pio IX nel 1847  e con l’Unità d’Italia entro’ a far parte del comune di Ferentillo. Una curiosità:  ultima famiglia che vi abito’ rimonta agli anni ’50.

Tutti si augurano che anche Umbriano, possa tornare a rivivere come è accaduto, a poca distanza, al paesino di Gabbio, sopra  l’abitato di Matterella.

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