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Una Marcia della Pace da record nel segno di “Imagine all the people”

PERUGIA – Ieri, domenica 12 ottobre, si è svolta la Marcia della Pace Perugia-Assisi, una delle manifestazioni più attese nel panorama pacifista e civile italiano.

La Marcia Perugia-Assisi non è una semplice camminata simbolica, ma un rito collettivo che affonda le sue radici nella storia del pacifismo italiano: la prima edizione fu voluta da Aldo Capitini nel 1961 come gesto nonviolento per la pace e la fratellanza tra i popoli.

L’edizione 2025 ha scelto come slogan “Imagine all the people” — un invito a immaginare un mondo in cui tutte le persone possano vivere insieme in pace.

Il percorso prevedeva circa 24 chilometri da Perugia ad Assisi, passando per borgate e paesaggi umbri, con l’arrivo alla Rocca Maggiore di Assisi.

L’edizione di quest’anno è stata definita da molti “da record”:

Le stime ufficiali parlano di circa 100.000 partecipanti in marcia.

Alcune fonti riportano numeri anche maggiori, fino a oltre 200 mila presenze, contando anche chi ha partecipato senza percorrere tutto il tragitto. Si segnalano molte adesioni da realtà associative, scuole, organizzazioni sindacali e movimenti pacifisti da tutta Italia. È stata segnalata la partecipazione anche di delegazioni locali, come quella di Grottaferrata, che ha portato 150 persone tra cittadini e amministratori.

Molti testimoni e articoli giornalistici parlano di un «fiume di gente» che ha percorso i chilometri senza soluzione di continuità.

Chi ha partecipato racconta di una camminata profondamente emotiva, dove la fatica fisica si mescolava con l’urgenza morale di “esserci”, di far sentire una voce collettiva contro la guerra e per la pace.

All’inizio del corteo era ben visibile lo striscione con la parola “Fraternità”, accompagnato da grandi drappi con i colori dell’arcobaleno (i simboli consueti nei cortei per la Pace) e bandiere della Palestina.

I partecipanti provenivano da molte regioni italiane, con composizioni trasversali: giovani, famiglie, anziani, movimenti laici e religiosi, sigle sindacali, esponenti politici.

Non sono mancati momenti di testimonianza relativi ai conflitti contemporanei: Ucraina, Gaza, altri fronti dimenticati.

Il corteo si è concluso poco dopo le 15 alla Rocca Maggiore di Assisi, dove si sono tenuti interventi, letture e momenti di riflessione collettiva.

Sul palco finale, Flavio Lotti (storico promotore della marcia) ha ricordato che non si trattava di una semplice “marcia per la pace”, ma anche per la giustizia, la legalità e il diritto.

Insieme a lui, presenti rappresentanti istituzionali e politici nazionali: la segretaria del PD Elly Schlein, il presidente del M5S Giuseppe Conte, leader di movimenti come Avs (Angelo Bonelli), e figure sindacali.

Schlein ha chiesto, tra l’altro, il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine dell’occupazione illegale in Cisgiordania, inserendo l’appello nel contesto delle guerre attuali.

Questa edizione della Marcia ha fatto emergere con forza alcuni temi:

La pace non è scontata — la partecipazione massiccia testimonia che molte persone percepiscono un’urgenza etica e politica di contrastare il disarmo, le guerre e le disuguaglianze.

La marcia non ha puntato il dito solo su un teatro di guerra, ma ha voluto articolare un messaggio globale, includendo guerre “meno visibili”.

Camminare insieme significa anche “affermare che la pace nasce dal basso”, da gesti concreti, da cittadinanza attiva. Il ritorno della politica in strada: in anni in cui in molti spazi pubblici sembrano prevalere l’indifferenza o i conflitti identitari, la Marcia della Pace ha voluto recuperare il simbolo del “popolo della pace” che si rivolge alle istituzioni e all’opinione pubblica.

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