PERUGIA – La Valnerina torna a parlare di sé come di un laboratorio di rinascita. Il focus group dedicato all’area interna umbra, organizzato da Isnart con la collaborazione di Unioncamere e della Camera di Commercio dell’Umbria, ha presentato il Rapporto 2025 sulle aree interne, nell’ambito della Strategia nazionale promossa dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Un lavoro che unisce ricerca, ascolto dei territori e visione strategica, con l’obiettivo di comprendere come rilanciare l’Italia che vive lontano dai centri urbani.
I 14 comuni del cratere del 2016 – da Norcia, Cascia e Preci a Cerreto di Spoleto, Poggiodomo, Monteleone di Spoleto e Vallo di Nera, fino a Scheggino, Sant’Anatolia di Narco, Ferentillo, Montefranco, Arrone, Sellano e Polino – rappresentano la parte viva di un territorio ferito ma tenace. Spoleto, pur condividendo la storia del sisma, non rientra tra le aree interne riconosciute dalla Strategia nazionale (SNAI).
Un’Italia che si svuota, ma non si arrende
Il Rapporto Isnart 2025 restituisce l’immagine di un Paese attraversato da profonde disuguaglianze territoriali. Le 124 aree progetto individuate dalla Strategia nazionale comprendono 1.904 comuni e circa 4,5 milioni di abitanti, l’8% della popolazione italiana. Ma è in questi territori che si concentra la parte più fragile del tessuto demografico ed economico.
Tra il 2002 e il 2023 le nascite sono crollate, e l’indice di vecchiaia mostra un aumento costante: in alcune zone del Sud, come la Valle del Cedrino in Sardegna, si prevede un raddoppio (+100,4%) entro il 2043. Il fenomeno dello spopolamento è diffuso: in oltre 100 delle 124 aree analizzate il saldo naturale e migratorio resta negativo, con proiezioni Istat che indicano un calo medio del 20-30% della popolazione entro vent’anni.
A fronte di questa tendenza, la Valnerina si distingue per capacità di adattamento: pur registrando un progressivo calo dei residenti, mantiene una tenuta imprenditoriale e turistica che la colloca tra i casi virtuosi del Centro Italia.
Imprese, agricoltura e nuove energie
Nelle aree interne italiane operano 440mila imprese attive (9% del totale nazionale), con una forte incidenza agricola: 140mila aziende, pari al 20% dell’intero comparto agricolo del Paese. La dimensione media è ridotta, ma il contributo al valore aggiunto agricolo è tra i più elevati d’Italia.
La Valnerina riflette questa struttura produttiva, con un tessuto diffuso di imprese a conduzione familiare, femminile e giovanile, spesso integrate nella filiera del turismo e dell’agroalimentare. Il territorio si distingue per una vocazione biologica marcata e una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) superiore alla media, con un’elevata presenza di boschi e pascoli.
Dove altrove prevale l’abbandono, qui cresce la specializzazione: 7,2 agriturismi ogni 100 imprese agricole (contro 4,5 della media nazionale), 4,9 prodotti certificati per comune e un patrimonio culturale fatto di borghi storici, musei e paesaggi riconosciuti a livello ambientale. Il Rapporto Isnart ne quantifica il potenziale con un indice di capitale territoriale superiore alla media italiana, che tuttavia resta ancora solo parzialmente tradotto in valore economico.
Turismo in crescita, ma con margini di miglioramento
Sul fronte turistico, la Valnerina registra una pressione turistica di 19,2 presenze per abitante, più che doppia rispetto alla media delle aree interne (8,9) e molto superiore a quella del resto del Paese (7,4). È un dato che la colloca al 28° posto nazionale su 130 aree considerate, e testimonia un forte appeal, in particolare per il turismo esperienziale e naturalistico.
La densità ricettiva – 4,7 posti letto per chilometro quadrato, contro i 21,8 della media nazionale – indica però una capacità di accoglienza ancora limitata. Eppure, il tasso di occupazione dei posti letto, pari al 18,7%, è tra i più alti del Paese (16° posto assoluto), superiore alla media nazionale delle aree interne (16,4%) e vicino ai valori di molte regioni turistiche consolidate.
Il gap tra potenzialità e turisticità risulta positivo: la Valnerina si colloca quattro posizioni sopra la media, segno che il turismo sfrutta più di quanto non sia ancora espresso dal capitale territoriale. Ma la dotazione infrastrutturale resta incompleta: nessuna stazione ferroviaria, accessibilità stradale da migliorare, connessione digitale ancora discontinua.
Un’Umbria a cinque anime interne
Accanto alla Valnerina, l’Umbria conta altre quattro aree classificate come interne: la Media Valle del Tevere e Umbria meridionale, il Nord Est Umbria, il Sud Ovest Orvietano e l’Unione dei Comuni del Trasimeno. In tutto 59 comuni, pari a oltre un quarto del territorio regionale.
Ognuna di queste aree condivide sfide comuni: calo demografico, carenza di servizi e infrastrutture, bisogno di innovazione. Tuttavia, l’Umbria mostra una capacità di reazione superiore alla media nazionale, grazie al radicamento delle filiere agricole e agroalimentari e a una crescente attenzione per il turismo lento, culturale e ambientale.
Dalla resilienza alla rinascita
Nel focus group Isnart sono emersi con chiarezza i temi cruciali per lo sviluppo della Valnerina: rafforzare la cooperazione istituzionale, migliorare i servizi essenziali di prossimità (bancomat, scuole, sanità, poste), promuovere la digitalizzazione, e creare reti tra imprese e comunità locali. Tra le proposte, anche quella di un “Marchio Valnerina” per unire prodotti, esperienze e ospitalità sotto un’unica identità territoriale.
La sfida è coniugare innovazione e autenticità: rendere la montagna un luogo dove vivere, lavorare e restare. Per farlo servono infrastrutture, competenze e politiche che sostengano chi sceglie di restare.
Il Rapporto Isnart 2025 mostra che la direzione è tracciata: la Valnerina non vuole arretrare, anzi. Con il suo patrimonio naturale e umano, può diventare il simbolo di una nuova stagione per le aree interne, dove la resilienza si trasforma in crescita, e la bellezza in futuro.
Paolo Bulleri, dirigente Isnart responsabile delle analisi sull’economia del turismo
“Il focus group sulla Valnerina si inserisce nel percorso di ascolto che stiamo portando avanti in tutta Italia per dare voce alle aree interne. Isnart, società del Sistema camerale, nasce proprio per accompagnare il turismo italiano nella comprensione dei nuovi fenomeni e nella costruzione di strategie sostenibili. Nella Valnerina emergono con forza i temi dell’accessibilità, dei servizi essenziali e della valorizzazione dei prodotti tipici come leva di sviluppo. Queste comunità chiedono infrastrutture, reti digitali e continuità progettuale: condizioni indispensabili per far sì che il turismo diventi motore stabile di crescita e non solo stagionale. Il Rapporto Isnart 2025 raccoglie e rilancia queste istanze, offrendo una base di lavoro concreta e condivisa”.


