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Vino, in Umbria il 10% di ettolitri in meno rispetto all’anno scorso ma la qualità è alta

PERUGIA – Una vendemmia ottima nella qualità e misurata nella quantità.  L’Umbia ne potrebbe essere la fotografia perfetta almeno nel dato: 10 per cento in meno di ettolitri rispetto all’anno scorso come mostra la tabella riasuntava.

Produzione italiana di vino e mosto (migliaia di ettolitri)

 20192020*Var. % 2020*/2019
Piemonte2.603              2.6813%
Valle d’Aosta17                    1910%
Lombardia1.301              1.43110%
Trentino Alto Adige1.312              1.3785%
Veneto10.950            11.0591%
Friuli Venezia Giulia1.785              1.624-9%
Liguria40                    4410%
Emilia Romagna7.250              7.97510%
Toscana2.625              2.074-21%
Umbria426                  383-10%
Marche816                  8575%
Lazio800                  720-10%
Abruzzo3.184              3.3756%
Molise227                  2332%
Campania778                  7780%
Puglia8.947              8.231-8%
Basilicata87                    83-5%
Calabria110                  1100%
Sicilia3.911              3.129-20%
Sardegna363                  43620%
TOTALE47.533            46.620  -2%

 

Il responso definitivo della vendemmia italiana 2020, elaborato da AssoenologiIsmea e Unione Italiana Vini, rileva una produzione complessiva di vino e mosto di 46,6 milioni di ettolitri, con una flessione del 2% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri del 2019. Una stima che registra un lieve calo anche rispetto alle prime stime di settembre (-1%, a 47,2 milioni; dato ripreso da Oiv per il nostro Paese) dovuto a minori rese sia in campo che in cantina, ma che vede crescere l’asticella della qualità, con uno standard che grazie al meteo si è elevato di settimana in settimana, con punte di eccellenza in quasi tutto il Paese anche dopo le piogge di fine settembre.

La geografia della raccolta, perfetta anche dal punto di vista dello stato fitosanitario delle uve, segna la contrazione maggiore per le regioni del Centro e Sud Italia, a partire dalla Toscana (-21%) fino alla Sicilia (-20%), all’Umbria e al Lazio (-10%). In controtendenza la Sardegna (+20%). In equilibrio il Veneto (+1%), che con 11 milioni di quintali di vino previsti mantiene il primato produttivo nazionale, seguito dalla Puglia, in calo dell’8% e dall’Emilia Romagna (+10%). In crescita, in un contesto generale che si posiziona sotto la media quantitativa dell’ultimo quinquennio, anche importanti regioni produttive come Abruzzo (+6%), Trentino Alto Adige (+5%), Lombardia (+10%) e Marche (+5%), mentre cala di 9 punti il Friuli Venezia Giulia.

Per il presidente di AssoenologiRiccardo Cotarella: “La vendemmia 2020 ci ha regalato uve di altissima qualità grazie anche a un leggero decremento della quantità. D’altronde, come è noto, da sempre riteniamo che l’unico elemento che possa dar valore al vino italiano, oltre alla nostra immensa biodiversità, sia la qualità intrinseca dei nostri vini. Il record mondiale della quantità prodotta non è ritenuto da noi elemento qualificante sia per la forma che per la sostanza. Data anche la situazione pandemica sono certo che l’ottima qualità saprà essere il valore aggiunto di una vendemmia che, per gli aspetti legati proprio all’emergenza sanitaria, è stata vissuta anche con quel senso di preoccupazione che ormai ci attanaglia da mesi. Un senso di preoccupazione che non deve però intaccare il sentimento di speranza e la voglia di superare questo drammatico momento. Da presidente di Assoenologi, ma anche da uomo e imprenditore del settore, mi sento di rinnovare, oggi più che mai, l’appello a tutta la filiera del nostro comparto, a moltiplicare gli sforzi e far sì che questa vendemmia possa essere tradotta in grandi vini”.

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