Young Jazz cambia, guarda al sociale e "dialoga" con Umbria Jazz

FOLIGNO – Dopo l’anteprima che si è tenuta nella Sala Pegasus a Spoleto (il piano solo di Domenico Sanna sulle immagini di Béla Tarr è andato in scena il 26 settembre scorso), sono attesi per la quindicesima edizione di Young Jazz molti artisti e come sempre nei luoghi più suggestivi della città di Foligno come Auditorium Santa Caterina, Spazio Zut, Spazio Astra, Microclima: C’mon Tigre, Giovanni Falzone Open Quartet, Vittorio Cuculo Jazz 4et feat. Gegè Munari, Satoyama, Jacopo Ferrazza Trio, Camilla Battaglia, duo O-Janà, Brax Quartet.

Le collaborazioni di Young Jazz si ampliano e anche le tematiche affrontate che si concentreranno sull’ambiente e sulla sostenibilità, argomenti prioritari su cui incentrare una discussione in sinergia con Legambiente Foligno nell’ambito delle politiche inclusive del progetto “Jazz Community” (che include anche la collaborazione con Emergency Foligno e Festival per le città Accessibili).

Infine, nel workshop “I linguaggi musicali che uniscono” con performance conclusiva, a cura di Pasquale Mirra e Danilo Mineo, i protagonisti sono i bambini che utilizzeranno degli strumenti fatti con materiali riciclati, mentre con la proiezione del documentario “Deforestazione Made in Italy” di  Francesco De Augustinis il focus si sposterà su un tema di estrema attualità.

Come ha ricordato il presidente di Young Jazz che da quest’anno godrà della direzione artistica di Nicola Adriani dopo le dimissioni di Giovanni Guidi oberato da mille impegni diversi anche oltre quelli musicali, Young Jazz è patrocinata per l’undicesimo anno consecutivo da Umbria Jazz. E’ lo stesso Pierluigi Metelli a dire che non è campata in aria l’ipotesi che dopo un momento di riflessione, si riprenda il cammino con Umbria Jazz (a distanza di qualche anno dai cicli di concerti a Palazzo Penna, n.d.a.): “Le strade – ha affermato Metelli – possono incrociarsi nel segno della ricerca musicale, della sostenibilità e del sociale, visto che le stiamo percorrendo sia noi che loro”.
E non è un caso che l’aspetto di Young Jazz sia quello di un’ampia Community che guarda con attenzione agli aspetti sociali: dalla formazione dei bambini ai temi ambientali, dalla solidarietà attiva (è coinvolta Emergency), all’accessibilità delle città. Ci lavora ogni anno un gruppo di giovani (per lo più under 30) che sono curiosi e attivi nei confronti di ciò che emerge di nuovo nella musica, soprattutto nella musica sperimentale che include spesso anche il jazz. Parlare di “categorie” come il jazz, del resto, è del tutto anacronistico, a Foligno si va oltre le contingenze stilistiche e di genere per abbracciare – per dirla con Gaslini – l’idea di musica totale. Non è un caso dunque che le affinità con il nuovo corso di Umbria Jazz, avviato la scorsa estate, con una spiccata attenzione alle tematiche ambientali e della sostenibilità, siano numerose. Umbria Jazz, come detto, offre, per l’undicesimo anno consecutivo, il suo patrocinio a Young Jazz, come a dire: vi seguiamo con attenzione e apprezziamo ciò che fate e chissà se la prossima estate i ragazzi di Young Jazz non “riconquistino” gli spazi di Palazzo Penna. Negoziati e confronti sono in corso. Per il resto è doveroso ricordare che l’impostazione di Young Jazz è frutto di un lavoro collettivo – come ha ricordato il nuovo direttore artistico Nicola Adriani -, ma continua a seguire le linee di indirizzo che ha contribuito a prospettare Giovanni Guidi, dimessosi dall’incarico di direttore artistico. Young Jazz “Changes”, Young Jazz cambia. Di nuovo; non si ferma e non si contenta e si appresta a dar vita dal 2 al 6 ottobre a una serie di appuntamenti che solleticano l’attenzione per chi nella musica cerca quel quid in più di creatività e novità. Tra tanta musica sono previste anche a un paio di incursioni nel teatro con lo spettacolo “Anche la luna è una ragazza d’argento” a cura di Emergency e nella danza contemporanea con “Una crepa, nostalgia dell’oro”.

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