Aldo Rossi, mostra al MAXXI sull’architetto di Fontivegge che Perugia dovrebbe rivalutare e ripensare

Diego Zurli proprio su Vivo Umbria ci ha di recente descritto la figura dell’architetto Aldo Rossi durante la progettazione di Fontivegge a Perugia. Ed è entrato nel merito anche di un rapporto non facile, a vari livelli, sia in quegli anni che in quelli successivi; incomprensioni in corso d’opera rispetto a una visione poliedrica, per certi aspetti geniale e comunque anticipatrice e avvenniristica del concetto-città.

Aldo Rossi

Primo italiano a vincere nel 1990 il Premio Pritzker e punto di riferimento, insieme a Manfredo Tafuri, dell’architettura italiana degli anniOttanta, ad Aldo Rossi il MAXXI di Roma dedica una mostra. Inaugurata a marzo, resterà aperta fino ad ottobre.

Roma, Museo del MAXXI 
©Musacchio, Ianniello & Pasqualini

E’ curata da Alberto Ferlenga con il coordinamento di Carla Zhara Buda e realizzata in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi. Eloquente il titolo dell’esposizione: “Aldo Rossi. L’architetto e le città“.

Dai suoi lavori, dai progetti esposti, dalle opere realizzate o pensate,  oltre alla sua impronta di innovatore appare chiara la sua filosofia progettuale: la responsabilità etica e culturale dell’architettura nei confronti del mondo.

Sarebbe interessante che anche Perugia prendesse in esame la possibilità di riconsiderare il patrimonio che questo architetto ha lasciato alla città. Di come riconsiderarlo, preservalo e darne, perché no, un seguito etico-progettuale. Aprire un dibattito  per riflettere dove quelle premesse e visioni  sono finite.

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