Caritas, 60 quintali di aiuti umanitari per l’Ucraina

Aiuti per l'Ucraina

PERUGIA – Don Marco Briziarelli è di ritorno dalla Polonia dove ha consegnato 60 quintali di aiuti umanitari con destinazione i sette conventi ucraini dove sono presenti 36 frati. Una carovana di solidarietà, di umanità, insieme all’edizione Frate Indovino, e con i frati cappuccini di Cracovia che fungono da ponte con l’Ucraina.

Martedì pomeriggio abbiamo raggiunto telefonicamente don Marco Briziarelli, responsabile Caritas Perugia, mentre era proprio di ritorno dal viaggio, pieno di entusiasmo per la missione e di speranza per la fine di una guerra senza senso.

“Siamo stati insieme all’edizione Frate indovino che sono i nostri vicini di casa – racconta Don Marco Briziarelli – e siamo andati a consegnare gli aiuti umanitari, soprattutto viveri e medicine, alla custodia dei Frati Cappuccini a Cracovia, da dove sono già partiti, con dei piccoli pullman, per i sette conventi in Ucraina dove 36 frati sono rimasti, mettendo a rischio la loro vita, per aiutare migliaia di profughi interni che stanno fuggendo dai bombardamenti, accogliendoli, dando loro un riparo. Siamo molto felici di questa missione e di aver potuto contribuire in maniera anche fisica alla causa ucraina. Questo viaggio avviene all’inizio di una settimana come quella che stiamo vivendo, la settimana Santa, e quindi per noi è stata veramente una bellissima esperienza”. Una lunga carovana di “5 centinati, con i quali stanno viaggiando 10 missionari. Abbiamo portato quasi 60 quintali di aiuti umanitari, frutto della generosità di parrocchie, scuole, singoli cittadini, altri conventi, aziende e di tanti amici che con un semplice passaparola, senza neanche pubblicizzare l’evento, hanno consentito tutto ciò”.

 

 

L’arrivo in Polonia ha permesso a Don Marco di prendere visione di un altro Paese solidale con l’Ucraina: “I Frati Cappuccini a Cracovia stanno ospitando delle famiglie ucraine. La Polonia sta accogliendo quasi due milioni e mezzo di profughi. In questa missione, c’è stata la bellezza del contatto con tutta la popolazione polacca e si percepisce una vicinanza intensa con gli ucraini. Si avverte anche la vicinanza della guerra, perché a pochissimi chilometri c’è il confine. In Polonia tutto parla di giallo e blu, tante persone indossano coccarde, orecchini, braccialetti giallo-blu, ci sono le bandiere e persino i segnali stradali dell’autostrada con i colori dell’Ucraina. Tutti messaggi di vicinanza e di sostegno al popolo ucraino e quindi siamo veramente rimasti colpiti da questa macchina della solidarietà, da questo motore, da questo amore che si è messo in circolo in questa terra”.

Naighi

 

 

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