Carlo Timio, giornalista, fondatore della Rivista Riflesso e esperto di comunicazione per la gestione delle crisi, offre un suo interessante editoriale ai lettori di Vivo Umbria che ringrazia per il contributo su un argomento di estrema attualità.
Ora o, poi, potrebbe essere tardi. Su Vivo Umbria che si occupa per vocazione di cultura, spettacolo, arte, lo andiamo ripetendo da mesi, ormai. La nostra inchiesta sul teatro che avrebbe aperto in Umbria, giorno dopo giorno, dimostra che il ”comparto”, estremamente variegato peraltro, è in seria difficoltà. Molto seria.
I nuovi decreti hanno letteralmente riscritto gli spazi. Oggi qualsiasi bar ha una linea che delimita l’ingresso e alcuni negozi elaborano, con nastro colorato, un intricato percorso per evitare la ressa. Ogni volta che osservo queste disposizioni mi vengono in mente le croci di nastro adesivo bianco applicate sul palcoscenico.
E’ fin troppo facile fare i conti con il passato quando si vive un presente difficile unito alla consapevolezza di un futuro più che mai incerto; ma il passato non lo si può cambiare, la storia gode di un’immutabilità dei fatti che, al limite, è possibile reinterpretare e ridiscutere, ma non alterare.
ASSISI – Non è mai decollato davvero. Ci ha provato più volte. E non demorde. Questo è già importante.
Tante le loro voci. Al di là di quelle dei soloni delle tv istituzionali o istituzionalizzate, sono state quelle che si sono fatte sentire e che hanno davvero contato più di tutte sui social e in qualsiasi modo durante la quarantena. E oltre.
Il fatto. Il consigliere regionale del Partito democratico, Michele Bettarelli, annuncia la presentazione di una interrogazione sulla campagna di comunicazione della Regione per il rilancio post coronavirus perché “è inaccettabile che l’Alta Valle del Tevere non esista”.
Così Ilaria Borletti Buitoni nel giugno dello scorso anno su Twitter scriveva da ex sottosegretario al ministero dei Beni culturali e le attività culturali: “Sei anni fa ho lasciato il Fai, Fondo ambiente italiano, per la politica e per 5 anni al Mibac mi sono occupata di paesaggio e cultura: oggi il CdA del Fai
L’Umbria, prima di tutto e di tutti. Ci piace. Soprattutto in questa fase dove gli indirizzi di politica regionale devono essere netti, condivisi, partecipati. Per trovare forza e coraggio. Ovviamente nel rispetto del ruolo al quale ciascuno deve assolvere per specifico mandato dei cittadini-elettori. Che alla fine della legislatura chiederanno, giustamente, il conto.
Di sicuro l’informazione ragionata e documentata è quella che serve in questa fase. Abbondano, infatti, gli annunci gossippati di analisti improvvisati e le trasmissioni televisive condotte da mestieranti anchorman-anchorwoman. E la confusione aumenta, quando invece, ora, abbiamo bisogno di risposte. Certe.
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