Il fattore culturale come investimento strategico d'impresa

Convegno Confcommercio e Impresa Cultura Italia in Regione

Come musica arte e spettacolo contribuiscono al rafforzamento dell’economia reale e creano valore per le imprese e i territori: è stato l’argomento su cui si incentrato il convegno “Più cultura, più crescita” organizzato da Confcommercio e Impresa Cultura Italia-Confcommercio in collaborazione con Umbria Jazz che si è svolto a Perugia mercoledì 18 luglio alle 10.30 nella sala Brugnoli in Piazza Italia in Regione.
Tra i vari interventi e saluti, al convegno erano presenti Carlo Sangalli (presidente di Confcommercio-Imprese per l’ItaliaCarlo Fontana (presidente di Agis e Impresa Cultura Italia-Confcommercio), Paolo Fresu (in qualità di presidente della Federazione del Jazz italiano) e Renzo Arbore che ricopre il ruolo di presidente della Fondazione Umbria Jazz.
Nel corso dell’incontro è stata presentata un’indagine sugli investimenti delle imprese in cultura e sull’impatto economico degli eventi culturali e creativi per i territori.
Dall’indagine “Investire in cultura” realizzata da Rsm-Makno per Impresa Cultura Italia-Confcommercio e diffusa a Perugia durante il convegno emergono risultati importanti e si sottolinea una ripresa degli investimenti in cultura, dopo il forte rallentamento che ha caratterizzato la prima metà del decennio in cui le imprese hanno proceduto ad una generale riorganizzazione dei costi a causa della crisi tagliando anche le spese per questo tipo di investimenti.
Si denota una crescita dell’interesse e degli investimenti in cultura da parte degli imprenditori: il sostegno a progetti ed eventi culturali è ritenuto strategico (per oltre il 70%); il contributo economico è la principale forma di supporto alla cultura scelto dalle imprese (per il 47%), ma rilevante è anche la fornitura di servizi (21%).
Le motivazioni principali che spingono le realtà aziendali all’investimento sono il ritorno di immagine (19%), la consuetudine per cui investire fa parte della cultura aziendale (17%), componente della strategia di marketing (13%).
I maggiori benefici si riflettono sulla reputazione aziendale (33%), sul brand (29%) e in chiave commerciale (27%); oltre un terzo delle imprese equipara gli investimenti in cultura alla pubblicità.


Ogni euro speso per un evento culturale genera effetti economici positivi per oltre 2,50 € e questo gli imprenditori lo hanno compreso perché oltre il 70% di loro ritiene il sostegno ad eventi e progetti culturali come un fattore strategico per la propria impresa. Prevalgono gli interventi saltuari anche se un terzo punta su interventi più strutturati, investendo in un solo progetto o evento all’anno. L’investimento, dunque, è mirato e seguito nella sua realizzazione e nel suo svolgimento in tutte le sue fasi.
Per il 47% il contributo economico è la forma prevalente di intervento da parte delle imprese che investono in cultura ma il 21% fornisce anche servizi dimostrando la capacità di entrare nel merito dei contenuti e dell’organizzazione dell’evento o progetto culturale. Nel 20% dei casi l’investimento prevede un intervento che contempla più forme di supporto da parte dell’impresa e che comprende anche la co-progettazione degli eventi. L’importanza strategica dell’investimento in cultura è ribadita dalla scelta delle imprese di muoversi, nei loro rapporti con il sistema cultura, utilizzando una struttura organizzativa interna (per il 47% delle imprese) che individua, propone e segue l’investimento e l’iniziativa culturale sostenuta: l’impresa, dunque, concentra risorse ad hoc all’interno della propria organizzazione, affidandosi solo in seconda battuta a consulenze e proposte esterne. Una tendenza in sviluppo anche per il futuro.

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