La riqualificazione urbana del Parco Sant’Angelo passa attraverso le “Turbazioni”

PERUGIA – Li avevamo conosciuti nel 2019: un’associazione, un gruppo di persone che decide di mettersi insieme per fare rete e portare avanti un obiettivo, un parco, un quartiere da sostenere e tanti progetti.

Stiamo parlando di T.Urb.Azioni, azioni urbane col turbo, un innovativo progetto di riqualificazione urbana che parte dal basso, da chi la città la vive davvero e vuole viverla sempre di più e sempre meglio, non come un’entità distaccata dagli altri ma come comunità, attiva e consapevole.

Promosso dall’associazione Ya Basta! Perugia, il progetto  “si pone come obiettivo finale la riqualificazione del Parco Sant’Angelo, attraverso la creazione di una Comunità di Riferimento composta da persone, associazioni, commercianti e istituzioni che vogliano in qualche modo sentirsi coinvolti in modo stabile nel processo di valorizzazione”.

Dallo spopolamento, alla mancanza di servizi e negozi, al degrado del parco e delle vie che si dipanano da corso Garibaldi fino al grande nodo della microcriminalità, sono diversi i problemi che affliggono questa piccola area che, tra bellezze storiche e architettoniche ed il suo carattere multietnico tutto da valorizzare, ha in realtà il potenziale per diventare una bellissima realtà.

Riguardo alla nascita del progetto, Riccardo Fanò, project manager e socio fondatore dell’associazione, parla proprio di un primo sforzo per “rafforzare e consolidare la comunità di corso Garibaldi” per cercare di riconnetterne tutti gli abitanti, commercianti, studenti e tutti quanti avessero a cuore il quartiere e il parco.

Il secondo step è stato poi una serie di laboratori partecipativi sui beni comuni: rigenerazione urbana, esempi e buone pratiche di amministrazione condivisa fino ai laboratori di co-progettazione con l’avvio di piccole ma importanti attività nell’ottica di produrre poi cambiamenti in positivo su larga scala. Laboratori che, come ricorda ancora Fanò, sono stati un grande successo ed è proprio grazie a quest’ultimi che si è arrivati alla realizzazione e alla sottoscrizione di un Patto di Collaborazione, depositato al comune di Perugia ad aprile 2019 con l’obiettivo “di promuovere strumenti innovativi e modelli sperimentali per rendere effettiva la partecipazione e la collaborazione tra cittadini – abitanti e l’Amministrazione Comunale di Perugia verso la successiva gestione condivisa del Parco di Sant’Angelo”.

Poi la co-progettazione concreta, insieme ad esperti, studenti e alla comunità un progetto di rigenerazione del parco, presentato il 29 giugno 2019 durante l’evento  “Re Take al Parco Sant’Angelo”, il primo dopo 5 lunghi anni di abbandono e degrado, una giornata di festa all’insegna di musica, arte ma soprattutto condivisione e voglia di riappropriarsi di quegli spazi verdi così necessari per la città

Al termine dell’evento è stata poi lanciata la raccolta fondi online, un crowdfunding per sostenere le spese di riqualificazione del parco ed i progetti futuri.

 

Poi è arrivato febbraio 2020. Le chiusure, le restrizioni, i distanziamenti. Il blocco totale e quanto di più lontano possa immaginarsi dalla condivisione e dallo stare insieme.
Nonostante questo li abbiamo visti ancora attivi, con laboratori online e passeggiate culturali organizzate nel quartiere ma è solo recentemente che la loro pagina Facebook si sta riempendo di nuovo di colori, foto, frasi in grassetto con i punti esclamativi alla fine.

“Siamo tornati”, si legge.

Ma con quale formula e quali strumenti? C’è entusiasmo nelle persone o si fa fatica a uscire da quel guscio che tutti quanti noi ci siamo creati durante questi mesi? E soprattutto, cosa ne è stato del patto di collaborazione con il comune?

È Riccardo stesso a risponderci, mettendo subito l’accento sul valore sociale delle iniziative: quest’anno infatti, in seguito alla pandemia e al suo grande strascico di problemi, l’associazione, piuttosto che su eventi spot serviti per riportare l’attenzione sul parco, ha deciso di puntare principalmente sull’aspetto socioinclusivolavorando in rete con i servizi territoriali e le altre associazioni della zona, Vivi il Borgo e Società Operaia, cercando di organizzare attività di recupero della socialità tra soggetti anche svantaggiati all’interno del quartiere”.

 

Prosegue quindi l’iniziativa del paniere solidale, che vede aiutare circa una trentina di famiglie in difficoltà e, dal 28 giugno al 30 luglio torna il centro estivo Turbo Kids, per bambini e bambine dai 6 agli 11 anni.

Cavallo di battaglia dello scorso anno ed esperienza citata anche a livello nazionale, sarà un centro estivo particolare e itinerante basato sui concetti di “azione educativa diffusa” e comunità educante. Spazio alle esperienze concrete con appuntamenti ad esempio con l’orto didattico, con la scoperta del patrimonio storico artistico presente all’interno del borgo o con il giardinaggio partecipativo fatto al parco per “unire la funzione educativa con la scoperta del territorio in un’ottica di bene comune” sottolinea Riccardo e, prosegue: “Vogliamo lanciare dei semi che possano essere raccolti nel futuro e contribuire a creare dei cittadini che non si limitano a fruire della città come un qualcosa di estraneo ma che la caratterizzano consapevolmente”.

Gestito da Francesco Gattobigi e Anna Grazia de Giorgio, è proprio per valorizzare il momento educativo che il centro estivo si avvale di personale professionale con una specifica formazione e, cosa niente affatto di poco conto, nonostante l’alta qualità “il senso del dare è molto forte e si va incontro a quei bambini le cui famiglie sono in difficoltà”.

 

Ripartite anche le passeggiate artistiche-archeologiche nel centro di Perugia, curate da Alessio Stefanelli per scoprire o riscoprire la struttura e le particolarità della nostra città, pensate per coinvolgere bambini e famiglie in un’ottica di recupero del rapporto di genitorialità magari sfilacciato in questo ultimo anno.

 

E ancora, un laboratorio di giardinaggio curato da Laura Travaglia e Pietro Pedercini, svoltosi il 20 di giugno, primo appuntamento per la coprogettazione del percorso didattico di Parco Sant’Angelo presso il laboratorio di quartiere G. Miliocchi in corso Garibaldi. Su questo tema seguiranno una serie di incontri gratuiti tutti i mercoledì alle 17 a partire dal 23 giugno mentre, dal 29 giugno tutti i martedì dalle 18 alle 19 sarà possibile seguire un corso di yoga con l’insegnante Federica Geraci.

 

Gli appuntamenti nel parco continueranno nell’ottica di restituire al luogo la sua funzione sociale di incontro e luogo di comunità per legare il recupero dello stare insieme con interventi di innovazione sociale un po’ più strutturati all’interno del laboratorio di quartiere presso la sala Miliocchi. Abbiamo già cominciato ad avviare alcuni interventi in termini di contrasto alla povertà educativa e all’esclusione sociale che poi, nell’ottica di non lasciare mai nessuno da solo, proseguiranno anche in autunno e in inverno”.

 

Vanno avanti anche gli interventi della campagna di crowdfunding, è stato istallato il chiosco bar voluto per innescare una serie di meccanismi economici virtuosi non tanto a fini commerciali quanto per avere delle risorse da reinvestire nelle innumerevoli situazioni critiche del parco.

Interventi che a volte vanno ben oltre le nostre competenze” e qui Riccardo pone l’accento sulla situazione dei bagni del parco, una struttura già esistente ma che versa in condizioni di estremo degrado: “abbiamo proposto un meccanismo di gestione, manutenzione, sanificazione e pulizia a nostro carico  ma il comune si rifiuta di metterli a posto e cerca di riversare su di noi i costi del rifacimento dei sanitari o della pulizia della fossa biologica. Costi che, tra l’altro sono assolutamente irrisori. Viene il dubbio a questo punto che non sia una semplice mancanza di interesse ma una precisa volontà di boicottare certi tipi di processi che a quanto pare risultano essere pericolosi”.

 

E questo non è il solo punto dolente della questione: “Da parte delle persone c’è entusiasmo e molta voglia di riappropriarsi dei propri spazi, questo però si scontra con l’ostacolo oggettivo del disinteresse totale della pubblica amministrazione.

Rimangono ancora insolute tante segnalazioni di degrado all’interno del parco specificate all’interno del patto di collaborazione. Problemi già segnalati all’inizio del nostro percorso nel 2019 dove chiedevamo collaborazione e un riscontro concreto da parte del comune a sostenere questa voglia di partecipazione della comunità” dove il nodo non è il singolo intervento saltuario che lascia il tempo che trova ma “cercare di capire come rendere efficace la comunicazione tra i cittadini e l’amministrazione anche in vista di quelli che saranno gli investimenti con il PNRR o la nuova programmazione europea o la riforma del codice del terzo settore che elevano a priorità quello che è il principio di sussidiarietà orizzontale. Bisogna creare le basi per un rapporto sano tra pubblica amministrazione e cittadinanza, altrimenti non si va avanti.

Quello che ci spinge è tutto il sostegno della comunità ma non è facile, già bisogna combattere contro la situazione critica lasciata dalla pandemia, il muro del comune rende tutto più difficile invece che agevolare

 

E, a proposito del PNRR c’è spazio per un’ultima domanda e chiediamo a Riccardo come ha reagito il quartiere alla proposta inserita in quest’ambito dal comune di Perugia che, senza nessuna consultazione con la cittadinanza interessata, propone la realizzazione di due doppie gallerie stradali sotto il centro storico della città, da Ponte Rio a San Galigano e a Pian di Massiano. Ennesima conferma che incentiva una mobilità solo su ruote disattendendo tutte le promesse di una transizione verso una modalità più moderna e sostenibile: “a questo proposito la chat del quartiere sta esplodendo e stiamo già organizzando un incontro”.

Di sicuro ne parleremo ancora.

Francesca Verdesca Zain

 

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