Libertà di parola anche a chi non può usufruirne: la voce dei reclusi

TERNI – Le voci dei carcerati e ex carcerati arrivano al nuovo Parco della Legalità di Terni con l’installazione artistica Voci Recluse. “L’idea è quella di portare le voci delle persone private della libertà in un parco, un luogo che per noi è il sinonimo della libertà, del tempo libero” spiega Caterina Moroni di Associazione Demetra che è fra i promotori dell’operazione. Le voci sono quelle dei detenuti beneficiari di misure alternative e di ex detenuti provenienti dalla Casa Circondariale di Terni e dalla Casa di Reclusione di Orvieto. A partire dal 15 dicembre chiunque potrà ascoltare gli audio grazie a dei QR codes disseminati nel parco, scansionabili con un semplice smartphone.

Voci Recluse è il frutto del lavoro di raccolta delle dirette testimonianze di chi ha vissuto il carcere. Anna Sobczak in arte Pola  Polanski è l’artista che con il team di progetto si è occupata delle interviste con l’obiettivo di accorciare le distanze fra società civile e popolazione carceraria. “L’opera è work in progress, finora ha riguardato una decina di persone, a cui se ne aggiungeranno presto delle altre.” dice. “Durante i colloqui, a volte anche molto informali, abbiamo parlato di varie tematiche e di cose molto pratiche, come la vita dentro al carcere, di come passa il tempo ma anche di questioni più delicate come la sessualità, le proposte per riforme e i piani per il futuro.”

Communitas: un orto, un sentiero, un giardino

Voci Recluse si inserisce all’interno del più ampio progetto “Communitas: un orto, un sentiero, un giardino” promosso da Associazione Demetra e dall’UEPE – Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Terni che ha coinvolto ventuno persone in esecuzione di misura alternativa o di comunità impiegate in lavori di pubblica utilità. Fra le aree individuate per gli interventi c’è l’ex Parco delle Grazie di Sotto – ora Parco della Legalità – che da settembre a oggi è stato oggetto di riqualificazione e che accoglierà Voci Recluse. Un intervento anche culturale “perché la nostra idea è quella di abitare gli spazi, portando contenuti e persone che avranno la possibilità di ascoltare voci altrimenti inudibili” racconta Caterina Moroni. Oltre a Demetra e all’UEPE, Voci Recluse ha ottenuto anche il sostegno della residenza artistica “Nutrimenti” e di C.U.R.A. Centro Umbro di Residenze Artistiche.

L’impatto delle misure alternative alla detenzione

Secondo una ricerca commissionata dal Ministero di Giustizia, pubblicata su “Rassegna penitenziaria e criminologica”, il tasso di recidiva dei detenuti in Italia è pari al 68%, contro il 19% di chi sconta la pena ai servizi sociali. Un dato che sottolinea l’efficacia dei percorsi alternativi al carcere. I processi di inclusione sociale e lavorativa come Communitas diventano in questo modo percorsi di reinserimento sociale e di prevenzione della recidiva affinché, così come sancisce l’art. 27 della Costituzione, avvenga “la rieducazione del condannato.”

Sara Costanzi

 

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