Orvieto omaggia Dante Alighieri con il ritratto del Signorelli proiettato sulla facciata del palazzo dell’Opera del Duomo

ORVIETO – Siamo entrati nel settecentenario della morte di Dante Alighieri e molte sono le iniziative organizzate per celebrarlo in tutta Italia. Ieri vi abbiamo dato conto della mostra agli Uffizi, ma anche l’Umbria è in fermento. Allo scoccare dell’anno dell’anniversario, e fino al 6 gennaio, sulla facciata del palazzo dell’Opera del Duomo campeggia immagine di Dante Alighieri tratta dall’affresco del Signorelli nella Cappella di San Brizio. Del resto sono numerose i collegamenti tra il Sommo poeta e la città della Rupe. Il ciclo della Cappella di San Brizio rappresenta sicuramente un interessante caso dell’intersezione tra l’autore della Divina Commedia e l’arte. Nello zoccolo della cappella, il Signorelli non ha raffigurato solo il ritratto di Dante ma anche scene tratte dai primi undici canti del Purgatorio dipinte in altrettanti monocromi.

Il tema del Purgatorio di Dante ritorna poi spesso a Orvieto. Il significato spirituale del purgatorio dantesco trova l’accezione più elevata nel pozzo di San Patrizio al quale è legata la leggenda del santo irlandese e dell’accesso al purgatorio tanto che per un breve periodo l’opera di ingegneria di Antonio da Sangallo il Giovane venne chiamata “purgatorio di San Patrizio”.
Le nobili famiglie orvietane dei Monaldeschi e dei Filippeschi e la loro rivalità per la supremazia cittadina vengono poi citate nel VI Canto del Purgatorio. “Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura, color già tristi, e questi con sospetti!”, questa la terzina riportata anche su una targa che si trova sul lato della Torre del Moro che si affaccia su via della Costituente.
Tra le curiosità che legano Orvieto a Dante Alighieri e alla sua opera più conosciuta c’è anche il fatto che il Duomo di Orvieto fu uno dei primi luoghi dove avvenne la lectura dantis. I luoghi deputati allo svolgimento della lectura Dantis furono le aule scolastiche, le chiese e in seguito gli ambienti accademici.
La Commedia penetrò in Umbria secondo le direttrici Firenze-Cortona-Perugia e Romagna-Gubbio-Città di Castello-Orvieto. Andrè Chastel, storico dell’arte francese studioso del Rinascimento italiano, citando il testo di Luigi Fumi dice di aver appreso da quest’ultimo che a Orvieto si leggeva Dante in Duomo già nel Trecento. A Perugia la Commedia fu letta da Bertoldi da Serravalle nel 1400-1401.
Nell’ufficio del Sindaco nella sede del Comune in via Garibaldi sono infine custoditi un inedito ritratto di Dante con la barba e un singolare quadro ricamato, realizzato da Luisa Geremei, che raffigura una scena dantesca tratta dagli affreschi del Signorelli nella Cappella di San Brizio.

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