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Omicidio Cumani: arrestato un 21enne “gravemente indiziato”

PERUGIA — È stata compiuta una svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Hekuran Cumani, il 23enne morto a Perugia dopo essere stato accoltellato durante una rissa tra giovani. Un ragazzo di 21 anni è stato arrestato questa sera con l’accusa di omicidio pluriaggravato.

Hekuran Cumani era originario delle Marche (Fabriano), figlio di genitori albanesi e aveva 23 anni.
La notte tra il 17 e il 18 ottobre 2025, dopo una serata in discoteca nella zona universitaria di Perugia, è scoppiata una lite fra gruppi di giovani che si è poi trasferita nel parcheggio antistante il Dipartimento di matematica e informatica dell’Università.
Durante lo scontro Cumani è stato colpito da un fendente alla gola / al torace (secondo fonte) che ha provocato una grave emorragia interna. L’intervento dei soccorsi non è stato sufficiente a salvarlo.

Le tensioni sarebbero nate da una battuta sul calcio: secondo alcune ricostruzioni, un’espressione (“Forza Marocco”) pronunciata da un componente del gruppo – percepita come provocazione dagli altri – avrebbe innescato l’escalation di ostilità.

La polizia, su richiesta della Procura di Perugia, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del ragazzo di 21 anni, ritenuto «gravemente indiziato» per l’omicidio.

L’indagato è un giovane di Ponte San Giovanni, di origini tunisine. Secondo le autorità, il ragazzo era solito portare con sé un coltello.

Tra gli elementi che hanno portato all’arresto: il fatto che l’indagato avrebbe cercato di disfarsi di alcuni indumenti indossati la notte dell’omicidio e del suo telefono originale, consegnando invece un diverso apparecchio agli inquirenti. Inoltre, è emerso dagli atti che “Ho bucato qualcuno” è stata la frase riferita da amici presenti quella notte, che il giovane avrebbe pronunciato mostrando un coltello.

È stato poi riferito che dopo l’omicidio fu dato alle fiamme l’auto del padre di uno degli amici legati all’indagato, episodio definito dagli inquirenti “strano e inquietante”.

Il procuratore Raffaele Cantone ha qualificato l’atto come “estemporaneo” e ha chiarito che l’indagato risulta l’unico accusato in questo momento.

Non tutti i dettagli sono ancora definiti. Per esempio, l’arma usata per l’omicidio non risulta al momento recuperata ufficialmente.
Restano da ricostruire le modalità precise della lite, i rapporti tra i gruppi coinvolti, e la dinamica completa della colluttazione che ha portato al fendente mortale.
Inoltre, sarà importante capire se vi sono state precedenti tensioni tra i giovani coinvolti, se vi fossero elementi sociali o culturali che hanno giocato un ruolo nella escalation, e quale peso abbiano avuto comportamenti preventivi o di sicurezza nella zona della discoteca o del parcheggio universitario.

Anche il profilo cautelare è importante: gli inquirenti hanno ritenuto che vi sia pericolo di reiterazione del reato o di inquinamento probatorio, da qui la misura restrittiva.

L’arresto segna una svolta importante nelle indagini sull’omicidio, che aveva suscitato forte indignazione e interrogativi nella comunità locale, specie tra Fabriano e Perugia. Ci sono attese per l’evoluzione delle indagini, il possibile processo, e per le risposte che magistratura e forze dell’ordine forniranno alle famiglie coinvolte.

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