Suoni Controvento, il festival si amplia a ventuno comuni per “raccontare meglio l’Umbria”

PERUGIA – Il titolo lo dà Prinz. “Se Umbria Jazz è l’Umbria, Suoni Controvento sa raccontare l’Umbria come nessun altro progetto turistico-culturale”. Prinz, e cioè Gianluca Liberali, di Suoni Controvento è il direttore artistico da sempre. Quello che d’inverno va in giro a cercare posti impensabili in cui far suonare la gente, quello che compone, tassello dopo tassello, il mosaico del cartellone. È lui che insieme a Lucia Fiumi, presidentessa dell’Aucma, nel 2017 ha inventato questa manifestazione che calza sull’Umbria come un abito di alta sartoria. A giorni inizia la settima edizione, che ieri è stata presentata, come ormai d’abitudine, al Salone d’Onore di Palazzo Donini. Insieme a Liberali e alla Fiumi c’erano Daniele Moretti della Fondazione Perugia e Donatella Tesei, la padrona di casa. Fondazione e Regione sono d’altronde, con Carit e Ministero della Cultura, i principali finanziatori del festival. Poi ci sono anche i soldi dei ventuno Comuni coinvolti e di Hera, e la collaborazione preziosa con Fattoria Creativa e tutto l’arcipelago di associazioni e aziende del territorio, oltre a quella nuovissima con Rai Radio Due e Rai Umbria.

Il programma, che si snoda nell’arco di quasi due mesi tra il 15 luglio e il 10 settembre, è sterminato, e ancora rimane qualche inevitabile casella da riempire. Grandi nomi della musica e del teatro in grandi spazi tra i più suggestivi della regione, artisti emergenti nei borghi, camminate letterarie nei boschi. Una formula rodata, il lungo racconto di una terra che ormai ha da offrire poco altro che questo: turismo, enogastronomia, quando va bene cultura. E con Suoni Controvento va benissimo, basta vedere chi verrà a suonare ed esibirsi quest’estate, e dove. Eugenio Finardi a Pietralunga (il 22 luglio), i Baustelle a Carsulae (il 5 agosto), Goran Bregović alla Rocca di Assisi (il 6 agosto), Carmen Consoli in Valsorda (il 12 agosto). E ancora Mannarino, Alice che canta Battiato, Fabio Concato, Santi Francesi, Carmen Souza, Lady Blackbird, e lo spettacolo omaggio a Maria Callas con Giulio Scarpati scritto da Nicola Calocero Giannoni, la grande produzione 2023 di Suoni Controvento, il 2 agosto al Teatro Romano di Spoleto. E poi gli scrittori di Libri in Cammino: tra gli altri Enrico Camanni e le umbre Silvia Vecchini e Valentina Parasecolo, autrici di valore e di respiro nazionale.

Moretti e Liberali hanno sottolineato l’importanza dei bandi, e in effetti ormai senza bandi la cultura non può più vivere. Quello di Sviluppumbria, ha spiegato Prinz, è stato per esempio lo spunto per studiare il concerto dei Tetraktis insieme a Federico Ortica, Andrea Marchi e David Giacchè a Pian delle Macinare il 30 luglio, i musicisti che percuotono gli alberi e gli alberi che man mano si illuminano: “un’esperienza quasi psichedelica”.

Sviluppumbria è proprio uno degli strumenti attraverso cui la Regione supporta Suoni Controvento, e va unirsi ai fondi attinti al portafoglio della presidenza. C’è poi un discorso in sospeso da tempo, e perlomeno dalla conferenza stampa dell’edizione 2022, quando era emersa l’intenzione di costituire una fondazione a partecipazione pubblica e privata che permettesse al festival di crescere ulteriormente e muoversi su basi più solide. “Ci siamo quasi”, ha annunciato Lucia Fiumi. “Lo statuto è pronto, alla costituzione manca poco. Ne abbiamo parlato con i Comuni e alcuni soggetti privati, qualcuno ha già accettato di farne parte”. E la Regione? Un anno fa la governatrice aveva garantito di seguire da vicino gli sviluppi della situazione. “Gli iter amministrativi sono lunghi e complessi”, ha detto ieri. “Quando sarà il momento i nostri uffici tecnici valuteranno, ma la considerazione che personalmente ho di Suoni Controvento è dimostrata dal sostegno che gli diamo”.

Che il passaggio a una forma giuridica più strutturata sia diventato necessario lo hanno confermato tanto Liberali quanto la Fiumi. Suoni Controvento è ormai una macchina enorme, che porta l’arte in mezza Umbria, anche negli angoli più nascosti, che attira migliaia di turisti e muove un’economia consistente e in continuo sviluppo, sempre in un’ottica di sostenibilità ambientale e di rispetto e curiosità per l’identità e lo spirito dei luoghi in cui si svolge. Suoni Controvento racconta l’Umbria meglio di chiunque altri, è vero. Ma allo stesso tempo, nonostante i grandi numeri e l’adesione a un modello di rappresentazione, quello della regione come cuore verde d’Italia, su cui da queste parti si sta puntando sempre di più e più diffusamente, riesce anche a metterla in discussione con idee e slanci inediti a certe latitudini. La sua maggiore forza, in fondo, forse sta proprio qui.

Giovanni Dozzini

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