Un anno molto difficile nel settore enologico umbro

PERUGIA – Se un tempo passeggiare tra le vigne, andare per cantine, degustare sapori unici della nostra terra, era occasione di promozione turistica, della nostra identità e tradizione, oltre che un business con una incidenza significativa sulla nostra economia, ora la pandemia ha frenato, inevitabilmente, anche questo settore.

“Cominciamo a vedere una luce in fondo al tunnel, con i vaccini. Ma questo ultimo anno è stato indubbiamente difficile, anche se l’Umbria, si era portata avanti l’estate scorsa con una buona stagione turistica. Abbiamo avuto diverse presenze,E’ una situazione pesante – ci conferma il presidente del Movimento del Turismo del Vino, Filippo Antonelli – ma siamo speranzosi molte italiane. Una grande opportunità. C’è però la questione della ristorazione e della loro chiusura che è motivo di preoccupazione anche nostra, perché questa filiera per noi è fondamentale. Accade spesso che un turista abbia avuto modo di assaporare i nostri vini al ristorante, per poi approfondirne la conoscenza in cantina”.

Ciò che ha tenuto in questo anno pandemico è l’export: “Bene in Europa, ma negli Stati Uniti c’è stato un discreto calo”. Dall’altro, “internet ha compensato questo segno negativo, unitamente alla vendita presso la grande distribuzione, sebbene, la fascia alta ne abbia risentito, perché solitamente le buone bottiglie si aprono con gli amici”. Quanto alla neonata associazione del Movimento dell’Olio, “è iniziata una preziosa alleanza, con l’obiettivo di ricalcare la strada percorsa dal nostro Movimento. Ci sono tanti frantoi da visitare, sono sempre più aperti come le cantine, promuovendo eventi, e percorsi turistici dell’olio. Le attività ora sono riconosciute”.

 

 

Naighi

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