Giacomo e Agnese: breve ma intensa storia di sguardi di fine Settecento ferentillese

FERENTILLO – Una commovente storia questa volta portiamo a far conoscere ai nostri lettori. Una storia d’amore stroncata tragicamente  ma che ancora oggi viene narrata ai turisti e visitatori di questo paese della ValnerinaGiacomo aveva la sua botteguccia all’inizio delle vecchie case del borgo. Figlio del compianto mastro Antonio ereditò dal padre l’ arte del cordaio. Era un ragazzetto di 20 anni dai capelli ricci e neri come i suoi occhi profondi e scintillanti. Era inoltre il più bravo tra i campanari. A Precetto in quei giorni, si preparava per la festa del “Corpus Domini”. Giacomo si alzò presto, svegliato dal brusio delle donne indaffarate giù al forno. Agnese era lì, con il candido grembiule, i capelli raccolti e la tavola fumante in capo, che si avviava su, verso il castello. L’amava. Visto che la fanciulla era sola le corse incontro pieno di emozione e con il cuore in gola le chiese finalmente di diventare sua sposa. La fanciulla abbassò lo sguardo, arrossì, sorrise e frettolosamente riprese il cammino. Quel sorriso lo aveva riempito di speranza. L’ indomani sarebbe stata festa. Era certo che la fanciulla gli avrebbe aperto il cuore. Quindi si appresto al lavoro fischiettando un allegro motivetto. All’alba la campana della chiesa suonò a martello per chiamare a raccolta i campanari. Giacomo con il vestito buono andò in piazza per unirsi ai suoi compagni.

Chiesa di Santo Stefano e il campanile

Dal campanile egli poteva vedere tutto il paese, la casa di Agnese,  le viuzze strette colorate di fiori ed erbe selvatiche dalle quali saliva un profumo che si estendeva nell’aria calda di Giugno. I rintocchi si facevano sempre più forti frequenti. Ed ecco uscire dalla chiesa il corteo, con canti osannanti e fumi sacri. Tra le vergini Agnese, bella quanto mai. Il suo sguardo si alzo’ ad incontrare quello di Giacomo. La felicita illuminò il volto di lui. Un brivido percorse il corpo di lei. Poi il tonfo agghiacciante. Le urla. Giacomo, il corpo sfigurato, giaceva ora sul letto di fiori e di erbe selvatiche. Agnese, trattenendo a stento le lacrime  raccolse una manciata di fiori che lascio” lentamente cadere sul corpo del suo sfortunato amore. E fuggì correndo, su, verso il castello.

Antica insegna del cimitero museo delle mummie

Credo, e ne sono certo, chi non ha mai visitato il museo delle mummie di Precetto non abbia ascoltato le spiegazioni degli operatori sulle storie che aleggiano gli ospiti di questo sito ricercatissimo ormai da ogni parte del mondo. Bene questa e la storia del campanaro scaraventato dal campanile di Santo Stefano perché si era distratto per scorgere il passaggio della sua fidanzata.

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